Parrocchia di Venera


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ANNO B

DAL VANGELO


1^ DOMENICA AVVENTO
(Mc 13, 33-37)

"State attenti, vegliate, non sapete quando sarà
il momento preciso in cui il Figlio dell'uomo verrà.
E' come uno che è partito per un viaggio lontano,
dopo aver lasciato la casa ai propri servi in mano.
E a ognuno di loro ha dato il suo compito preciso,
ordinando al portiere di vigilare in modo deciso.
Vegliate, perchè non sapete quando ritornerà
il padrone di casa e il vostro operato guarderà;
se alla sera o a mezzanotte, all'alba o al mattino,
trovarvi addormentati, non sia il vostro destino.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti, ascoltate:
state pronti ed attenti, vigilate e vegliate".




2^ DOMENICA AVVENTO (Mc 1, 1-8)

Inizio del Vangelo del Figlio di Dio, Gesù Cristo.
Come è scritto nel profeta Isaia, e ora viene visto:
Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerà la strada che viene verso me.
Voce di uno che grida nel deserto degli uomini:
"Preparate la via, su dritti sentieri, il Signore domini",
allora si presentò Giovanni a battezzare nel deserto,
un battesimo di conversione a tutti veniva offerto,
per il perdono dei peccati commessi da ciascuno,
molti accorrevano dalla Giudea, come un raduno.
E nel fiume Giordano si facevano da lui battezzare,
dopo che i peccati avevano voluto confessare.
Giovanni vestiva con peli di cammello, in penitenza
e una cintura di pelle attorno ai fianchi per decenza,
si cibava di locuste e miele selvatico del deserto
e predicava con forza quanto andava scoperto:
"Dopo di me viene uno che è molto più potente,
è lui l'inviato da Dio a salvare la gente,
io non sono degno di parlare come suo pari
e neppure di chinarmi per sciogliere i suoi calzari.
Io vi ho battezzati con acqua di conversione,
ma egli vi battezzerà con lo Spirito di passione".




3^ DOMENICA AVVENTO (Gv 1, 6-8 / 19-28)

Venne un uomo mandato da Dio, Giovanni era il nome,
per dare testimonianza alla luce, egli venne come testimone.
Perchè tutti credessero per mezzo suo, alla luce che veniva,
ma non era lui la luce, che al mondo in quell'ora appariva.
E questa è la testimonianza di Giovanni davanti ai Giudei,
quando da Gerusalemme vennero sacerdoti e leviti Ebrei,
ad interrogarlo: "Chi sei tu, dal popolo così benvisto?"
Ma egli confessò e non negò: "Io non sono il Cristo".
Allora gli chiesero: "Cosa dunque sei? Sei Elia, il profeta?"
E lui rispose: "No, nessuno che la legge a voi ripeta".
Gli dissero dunque: "Allora, chi sei? Cosa dici di te stesso?
Così una risposta possiamo dare a chi ci manda adesso".
Rispose: "Io sono voce di uno che grida nel deserto:
preparate la via del Signore, come disse Isaia di certo".
Essi erano stati mandati dai farisei di Giudea,
così lo interrogarono ribattendo la loro idea:
"Perchè dunque battezzi se non sei nè Elia nè il Cristo?"
Giovanni rispose: "Io battezzo con l'acqua che somministro,
ma in mezzo a voi sta uno che non conoscete ancora,
uno che viene dopo di me e che ancora il popolo ignora,
al quale io non sono degno di sciogliere i suoi legacci
come fanno i servi quando al re i sandali gli si slacci".
Questo avvenne in Betania, al di là del fiume Giordano,
dove Giovanni battezzava con un po' d'acqua in mano.





4^ DOMENICA AVVENTO (Lc 1, 26-38)

Nel sesto mese del concepimento di Giovanni Battista,
l'angelo Gabriele fu inviato da Dio nella città prevista,
a Nazaret di Galilea, dove abitava Maria, una giovinetta,
quasi sposa di Giuseppe, della casa di Davide benedetta.
Entrando da lei disse: "Ti saluto, o piena di grazia,
il Signore è con te", e quel nome nella sua casa spazia.
A queste parole ella rimase turbata, come dall'assoluto,
chiedendosi che senso avesse, per lei un tale saluto.
L'angelo le disse: "Non temere, Maria, del parlare mio,
perchè hai trovato grazia e onore presso Dio.
Ecco, concepirai un figlio e, nato, lo chiamerai Gesù;
sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo lassù;
il Signore Dio gli darà il trono di Davide, grande re,
e regnerà per sempre col suo nome che da oggi c'è".
Allora Maria disse all'angelo: "In che modo è possibile?
Non conosco uomo che realizzi così tanto di indicibile".
Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su te,
stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo Re.
Colui che nascerà sarà dunque santo e Figlio di Dio,
perchè tutto può e nulla è impossibile al Signore Iddio.
Vedi: anche Elisabetta tua parente, nella sua tarda età,
da 6 mesi aspetta un figlio e tutti parlavano di sterilità".
Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto al mio cuore".
E l'angelo partì da lei, improvviso come era venuto,
mentre Maria dentro sè aveva ora il Mistero trattenuto.




SANTO NATALE
(Mt 1, 25 - Lc 2, 21)

Maria, senza che Giuseppe
la conoscesse come marito,
attendeva un figlio
e partorì al tempo stabilito.
Quando furono passati
gli 8 giorni per la circoncisione,
gli fu messo nome Gesù,
a significare la sua missione:
così era stato chiamato
dall'angelo all'annunciazione,
prima che nel grembo materno
fosse la sua divina concezione.





SANTA FAMIGLIA (Lc 2, 22-40)

Quando venne il tempo della purificazione materna,
secondo la legge di Mosè che ogni nascita allora governa,
Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme
per offrirlo al Signore, dopo che era nato in Betlemme,
come era da tempo scritto nella legge del Signore:
ogni maschio primogenito sarà sacro al Creatore;
e per offrire in sacrificio un paio di tortore o colombelli,
come prescritto nella legge per il riscatto dei figli novelli.
A Gerusalemme c'era un uomo giusto di nome Simeone,
timorato di Dio, che aspettava di Israele la consolazione;
lo Spirito Santo, che era su di lui, gli aveva preannunziato
che non sarebbe morto senza vedere il Messia annunciato.
Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio santo,
mentre i genitori portavano il bambino Gesù lì accanto,
per adempiere la Legge, come ogni buona famiglia ebrea,
e ringraziare il Signore per quella nascita che la vita ricrea.
Vistolo, lo prese tra le braccia e benedisse Dio dicendo:
"Ora lascia, o Signore, che io vada in pace scoprendo
la salvezza che i miei occhi hanno visto realizzata,
davanti a tutti i popoli è stata da te preparata,
luce per illuminare le genti che sono nelle tenebre
e gloria del tuo popolo, Israele che sarà celebre".
Il padre e la madre di Gesù si stupivano molto
delle cose che si dicevano di lui, in quel luogo raccolto.
Simeone li benedisse e parlò a Maria sua madre, dicendo:
"Come segno di contraddizione egli andrà crescendo;
lui è qui per la rovina e la rinascita di molti in Israele.
E anche a te trafiggerà l'anima, una spada crudele".
C'era anche una profetessa, Anna, anziana di 84 anni,
fin dal tempo della gioventù, della vedova portava i panni.
Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio laggiù,
con digiuni e preghiere, notte e giorno onorava Lui lassù.
Giunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Iddio
e parlava del bambino a chi aspettava la salvezza di Dio.
Quando ebbero tutto compiuto, nella legge del Signore,
tornarono a Nazaret, in Galilea, paese piccolo e minore.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza,
e la grazia di Dio era su di lui, che viveva nell'obbedienza.





2^ DOMENICA DI NATALE
(Mt 2, 16-18)

Erode, accortosi che i Magi lo avevano imbrogliato,
perchè erano tornati al loro paese senza averlo avvisato,
si infuriò di avere un rivale come re di Gerusalemme
e per eliminarlo, mandò ad uccidere i bambini di Betlemme
e del suo territorio attorno, dai due anni circa in giù,
secondo il tempo che ai Magi era apparsa la stella lassù.
Allora si adempì quello che era stato detto da Geremia:
"Un grido è stato udito in Rama, peggio di un epidemia,
un pianto e un lamento grande, uno strazio insopportabile:
Rachele piange i suoi figli, non sono più ed è inconsolabile".







BATTESIMO DI GESU'
(Mc 1, 7-11)

Giovanni predicava nel deserto di Giuda dicendo:
"Dopo di me viene uno più forte, ecco sta venendo;
io non sono neppure degno di chinarmi davanti a lui
per sciogliere i legacci dei sandali che porta costui.
Io vi ho battezzato con l'acqua del Giordano,
ma egli con lo Spirito che viene dalla sua mano".
In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea
e fu battezzato nel Giordano, nella bassa Giudea.
E uscendo dall'acqua vide aprirsi i cieli in alto
e lo Spirito sopra lui, come una colomba, d'incanto.
E si sentì una voce dal cielo che diceva chiaramente:
"Tu sei il mio Figlio prediletto, tu mi piaci veramente".






2^ TEMPO ORDINARIO (Gv 1, 35-42)

Il giorno dopo Giovanni
era con 2 discepoli a battezzare,
quando vide ancora Gesù che stava per passare.
Allora lo sguardo su di lui tenne per un po' fissato,
poi disse: "Ecco l'agnello di Dio, che toglie il peccato".
I due discepoli sentendolo parlare così gravemente,
lasciarono Giovanni e seguirono Gesù prontamente.
Gesù allora si voltò e vedendo che lo seguivano,
disse: "Che cercate?" ai due che ora venivano.
Gli risposero: "Rabbì, Maestro, dov'è che abiti?"
"Venite e vedrete" rispose ai loro sogni taciti.
Andarono dunque e videro dov'è che abitava
e quel giorno si fermarono da lui, laddove stava;
erano circa le 4 del pomeriggio, quel giorno,
e nulla era più come prima, per loro lì attorno.
Uno dei 2 che avevano sentito le parole di Giovanni
era Andrea, fratello di Simone, ma con meno anni.
Egli parlò per primo al fratello, che era Simon Pietro,
disse: "Abbiamo trovato il Messia, andiamogli dietro".
Poi lo condusse da Gesù, che sarà chiamato Cristo,
e il Signore fissò Pietro,
col suo sguardo mai prima visto.
Gli disse: "Tu sei Simone, il figlio del pescatore Giona,
ti chiamerai Cefa, Pietro, ed il mare ora abbandona".






3^ TEMPO ORDINARIO
(Mc 1, 14-20)

Dopo che Giovanni fu arrestato in Giudea
Gesù si recò dal deserto alla regione di Galilea.
Predicava il Vangelo di Dio, ancora seme piccino,
dicendo alla gente: "Il regno di Dio è vicino,
il tempo è compiuto per quanto io rivelo,
convertitevi e credete adesso al Vangelo".
Passando lungo le rive del mare di Galilea
vide Simone il pescatore e suo fratello Andrea,
stavano gettando le reti nell'acqua del mare,
perchè, come ogni giorno, vivevano del pescare.
"Seguitemi", gli disse Gesù in modo urgente,
"vi farò diventare pescatori di ogni gente".
E subito, lasciate le reti sulla barca ad aspettare,
lo seguirono tutti e due in quel suo camminare.
Andando un poco oltre vide altri due fratelli,
Giacomo e Giovanni, pescatori pure quelli.
Stavano pulendo le reti con il padre e i garzoni,
Gesù li chiamò, e lo seguirono senza esitazioni.






4^ TEMPO ORDINARIO (Mc 1, 21-28)

Andarono a Cafarnao, di sabato nella sinagoga,
e Gesù predicava, con tono che subito aggioga.
Ed erano stupiti del suo pubblico insegnamento,
perchè parlava con autorità, non per riferimento.
Allora un uomo che era presente nella sinagoga,
posseduto da uno spirito immondo, grida con foga:
"Che c'entri con noi Gesù Nazareno? Tu ci rovini!
Io so chi sei: il santo di Dio, tu fai i voleri divini".
E Gesù lo sgridò: "Taci, esci da quell'uomo, va' via"
e lo spirito immondo, straziandolo e urlando, si avvia.
Tutti furono presi da timore e si chiedevano:
"Che è questo, che i nostri occhi ritenevano?
Una dottrina nuova insegnata con grande autorità
e gli spiriti immondi che obbediscono alla sua volontà".
La sua fama si diffuse subito nei dintorni della Galilea,
per le parole e i prodigi che la gente veduto avea.






5^ TEMPO ORDINARIO
(Mc 1, 29-39)

Usciti dalla sinagoga, andarono da Simone e Andrea,
la suocera di Simone era a letto e la febbre avea.
Appena entrati in casa parlarono a Gesù di lei,
lui si accostò, la prese per mano e sollevò costei.
Subito la febbre che aveva, la lasciò completamente
ed si mise a servirli, come ospiti giunti normalmente.
Venuta la sera, persino dopo il tramonto del sole,
gli portavano malati, indemoniati, gente che duole.
Tuta la città era riunita davanti alla sua porta
e lui guarì molte malattie che la gente sopporta.
Scacciò molti demoni, impedendogli di parlare,
perchè lo conoscevano, ma volevano solo il male fare.
Al mattino si alzò, quando era ancora buio attorno
e ritirato in un luogo deserto, pregava fino a giorno.
Ma Simone e gli altri si misero presto a cercarlo,
"Tutti ti vogliono", dissero quando finirono per trovarlo.
Disse loro: "Andiamo altrove, anche nei villaggi vicini",
perchè io predichi, anche là e in molti altri confini:
per questo infatti sono venuto, in questo tempo".
Così predicava e scacciava demoni nel frattempo.






6^ TEMPO ORDINARIO
(Mc 1, 40-45)

Venne da Gesù un lebbroso e si inginocchiò:
"Se vuoi puoi guarirmi", gli disse e lo supplicò.
Mosso a compassione, stese la mano e lo toccò:
"Lo voglio, guarisci" disse il Signore, e quello sanò.
Subito la lebbra scomparve ed egli guarì del tutto,
ma con severità Gesù gli raccomandò soprattutto:
"Guarda di non dire niente a nessuno, e ora vai,
a presentarti ai sacerdoti, e a chi nel tempio troverai
offri quanto detto da Mosè per la tua purificazione,
a testimonianza per loro dell'avvenuta guarigione".
Ma quello, allontanatosi, cominciò a parlare del fatto,
così che Gesù, per la folla, non entrava in città affatto,
ma restava fuori, in luoghi deserti e abbastanza isolati,
e venivano da lui da ogni parte, donne e uomini desolati.





7^ TEMPO ORDINARIO (Mc 2, 1-12)

Gesù entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni,
e saputo che era in casa, si radunarono dai dintorni.
C'era pieno di gente, fin davanti alla porta della casa
e Gesù annunciava la Parola, in quella dimora piena rasa.
Si recarono da lui quattro persone portando un paralico,
ma non potevano passare tra il pubblico fermo e critico.
Allora saliti sulla casa, scoperchiarono il tetto dell'abitazione
e da là calarono il lettuccio, con l'infermo senza esitazione.
Gesù vista la loro fede, disse all'uomo che era paralizzato:
"Figliolo, i tuoi peccati sono rimessi, ora sei perdonato".
Erano là seduti alcuni scribi, e pensarono nella loro mente:
"Ma cosa dice? E' una bestemmia, detta pubblicamente".
Ma Gesù, nel suo stesso spirito, avendo conosciuto
che così pensavano tra sè, disse in modo risoluto:
<<Perchè pensate queste cose dentro i vostri cuori
e non guardate oltre i soliti pensieri accusatori?
Cosa è più facile dire: "Ti sono rimessi i peccati",
oppure: "Alzati e cammina" a chi ha gli arti bloccati?
Ora, perchè sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere
su questa terra di rimettere i peccati, come suo volere,
"Ti ordino", disse rivolto all'uomo sulla barella,
"alzati e torna a casa", da tua madre o sorella>>.
Quegli, alzatosi, prese il suo lettuccio e se ne andò,
davanti a tutta la gente che meravigliata lo guardò.
Allora lodavano Dio per quel miracolo e dicevano:
"In vita nostra, nulla di simile i nostri occhi vedevano".




1^ DOMENICA QUARESIMA (Mc 1, 12-15)

Dopo il suo battesimo, lo Spirito portò Gesù nel deserto
e là rimase 40 giorni, tentato da Satana molto esperto;
stava con le fiere, in quel luogo del tutto libero
e gli angeli di Dio lo accompagnavano e servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato e messo in prigione,
Gesù andò in Galilea a predicare in quella regione.
Parlava del Vangelo di Dio e lo annunciava dicendo:
"Il tempo è compiuto, la salvezza si sta facendo,
il regno di Dio è vicino e ogni uomo lo può vedere,
convertitevi e credete al Vangelo,
questo solo dovete sapere".





2^ DOMENICA QUARESIMA (Mc 9, 2-10)

Gesù prese con sè Pietro, Giacomo e Giovanni un giorno
e li portò sopra un monte, dall'alto si vedeva tutto attorno.
Erano in un luogo appartato, loro soli a stare lì
e Gesù si trafigurò, luminoso come il sole a mezzodì:
le sue vesti divennero splendenti, davvero bellissime,
che nessun lavandaio poteva farle così bianchissime.
E apparvero loro Elia e Mosè
che discorrevano con Gesù
e gli apostoli rimasero incantati, dalla meraviglia lassù.
Prendendo la parola, Pietro allora disse al Signore:
"Maestro, è bello per noi stare qui, riscalda il cuore;
facciamo tre tende, una per te,
una per Mosè, una per Elia,
così restiamo ancora qui e non andiamo subito via".
Non sapeva infatti cosa dire, davanti a quell'evento,
perchè erano stati presi anche da un forte spavento.
Poi si formò una nube che li avvolse nella sua ombra
e uscì una voce dalla nube
che i loro dubbi subito sgombra:
"Questi è il Figlio mio prediletto, ascoltate le sue parole!"
così poi capirono, ciò che il Padre desidera e vuole.
Subito, guardandosi attorno, non videro più nessuno,
con loro c'era solo Gesù, come prima di quel raduno.
Mentre scendevano dal monte, al loro cuore impaziente,
ordinò di non dire nulla e a nessuno raccontare niente
di quanto avevano visto e dentro loro si erano accorti,
se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti.
Così lo tennero per sè, ma non riuscirono a scorgere
cosa volesse dire che "dai morti doveva risorgere".





3^ DOMENICA QUARESIMA (Gv 2, 13-25)

Si stava avvicinando la Pasqua per i Giudei
e Gesù salì a Gerusalemme, come molti Ebrei.
Trovò nel tempio mercanti che facevano affari
vendendo pecore, colombe e cambiando danari.
Fatta una sferza di cordicelle, lì attorno trovate,
scacciò tutti fuori dal tempio dando frustate,
insieme a pecore e buoi che lì si trovavano,
e rovesciò soldi e banchetti che legge dettavano.
Poi ai venditori di colombe disse aspramente:
"Portate via queste cose, qui false doppiamente,
e non fate diventare un luogo di turpe mercato
la casa del Padre mio, fatta solo perchè sia lodato".
I discepoli ricordarono che è scritto nel triste canto:
"Lo zelo per la tua casa mi divora tutto quanto".
Allora i Giudei presero la parola con lui chiedendo:
"Quale segno ci mostri per quanto stai facendo?"
Rispose Gesù: "Distruggete questo tempio santo
e in tre giorni lo farò risorgere, finito il gran pianto".
Gli dissero allora i Giudei e parlavano seriamente:
"Questo tempio è stato fatto in 46 anni veramente,
come puoi tu farlo risorgere in tre giorni soltanto,
vuoi che prendiamo questa follia come un vanto?"
Ma egli parlava del tempio del suo stesso corpo
e quando, dopo la morte, egli fu veramente risorto,
i discepoli si ricordarono che aveva detto questo,
credettero alla Scrittura e a quanto Gesù aveva detto.
Per la Pasqua, mentre era a Gerusalemme per la festa,
molti credettero, vedendo in lui la potenza manifesta.
Gesù però non si fidava di loro, perchè li conosceva:
sapeva bene quel che nel cuore ogni uomo aveva.
E non gli serviva che qualcuno fosse testimone
di quanto un altro diceva su di lui con avversione.






4^ DOMENICA QUARESIMA
(Gv 3, 14-21)

"Come Mosè ha innalzato il serpente nel deserto,
così bisogna che il Figlio dell'uomo venga offerto
e che guardino a lui, là posto come una lucerna,
perchè chiunque gli crede, abbia così la vita eterna.
Infatti Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio,
così chi crede non muore perchè ha in lui ogni appiglio.
Dio non ha mandato nel mondo il Figlio per giudicarlo,
ma perchè, attraverso lui, vuole ancora e sempre salvarlo.
E chi crede nel Figlio non si trova certo condannato,
ma chi non crede in lui, ogni giorno vive da dannato.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo,
ma gli uomini che stanno al buio, si celano nel profondo
e preferiscono le tenebre perchè le loro opere sono inique,
infatti la luce svela, le intenzioni umane vere od oblique.
E chi opera la verità, viene invece alla luce chiaramente,
perchè appaia che le sue opere
sono fatte in Dio, veramente".






5^ DOMENICA QUARESIMA
(Gv 12, 20-33)

Tra quelli venuti a Gerusalemme per il culto,
c'erano dei Greci, che stavano facendo consulto.
Poi si avvicinarono a Filippo, che era della Galilea:
"Vogliamo vedere Gesù" disse uno dell'assemblea.
Filippo andò a dirlo ad Andrea, l'amico pescatore,
poi insieme andarono a riferire tutto al Signore.
Gesù rispose: "E' giunta l'ora ed è questa, adesso,
che sia glorificato il Figlio dell'uomo, come promesso.
In verità vi dico: se il chicco di grano seminato,
non muore in terra, resta solo e abbandonato;
ma se invece muore, sembra subito tutto brutto,
poi però quel seme caduto, produce molto frutto.
Chi ama la sua vita, finisce che la perde, in verità;
ma chi odia la sua vita nel mondo, in eterno la salverà.
Se uno mi vuole seguire, mi segua senza aspettare,
e dove sono io, là sarà anche il mio servo a lavorare.
Se uno mi serve, il Padre lo onorerà, come anche me,
in modo che l'uomo nemmeno immagina dentro sè.
Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire?
Padre salvami da quest'ora, lo puoi impedire?
Ma per questo sono giunto a quest'ora nel mondo;
Padre glorifica il tuo nome, col tuo Spirito fecondo".
Venne allora una voce dal cielo e così parlò:
"L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò".
La folla che era presente e aveva udito quel suono,
diceva "E' stato un angelo", oppure un forte tuono.
Rispose Gesù: "Questa voce non è venuta per me,
ma per dare a voi una testimonianza di sè.
Ora è il giudizio di questo mondo che vedete,
ora il principe sarà gettato fuori e voi capirete.
Io quando sarò elevato da terra, in mezzo a voi,
attirerò tutti a me, perchè siate salvi e sempre, poi".
Questo diceva per indicare qual'era la sua morte,
che presto doveva accadere, era ormai alle porte.





DOMENICA DELLE PALME (Mc 11, 1-10)

Quando furono vicino Gerusalemme, al monte degli ulivi,
Gesù mandò due discepoli, di fronte a quei declivi.
Disse loro: "Andate nel villaggio che vedete qui di fronte
ed entrati troverete un asinello legato vicino al fonte,
piccolo e giovane, sul quale nessuno è ancora salito,
scioglietelo e conducetelo qua, per fare quanto stabilito".
E se qualcuno vi chiederà: "Perchè fate questo?",
rispondete: "Serve al Signore, ma lo rimanderà presto".
Andarono e trovarono l'asinello legato in una strada,
lo sciolsero e stavano per portarlo fuori della contrada,
quando alcuni chiesero: "Con l'asino dove volete andare?"
così risposero come detto da Gesù, e li lasciarono fare.
Essi condussero l'asinello e misero sopra i loro mantelli,
poi Gesù vi si sedette, con attorno discepoli e monelli.
Molti stendevano frasche e mantelli lungo la strada,
come benvenuto che il popolo rivolge a chi gli aggrada.
E tutti gridavano: "Osanna nell'alto dei cieli, dove è Dio.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore Iddio.
Benedetto il regno che viene, promesso ai nostri padri,
osanna al figlio di Davide, speranza di tutte le madri".





FESTA DI PASQUA (Mc 16, 1-8)

Passato il sabato della Pasqua, di buon mattino,
le donne andarono al sepolcro di Gesù, nel giardino.
Avevano oli aromatici per ungere il suo corpo morto,
al levar del sole di quel giorno, in cui Lui era risorto.
Erano Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salòme,
da quel giorno "pie donne" sarebbe stato il loro nome.
Esse dicevano tra loro: "Chi ci rotolerà via il masso,
che chiude l'ingresso, e impedisce ogni altro passo?"
Ma, guardando, videro che la pietra era già a terra,
benchè così grande che un uomo solo neppure afferra.
Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra,
vestito di bianco, guardava come se fosse alla finestra.
Loro ebbero paura, ma lui disse: "Non abbiate timore!
Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso morto nel dolore.
E' risorto, non è qui, nel luogo dove l'avevano deposto,
vi precede in Galilea, ditelo ai discepoli e a Pietro nascosto.
Là lo vedrete, come vi ha detto, ancora prima di morire,
ora andate, agli amici e discepoli questo dovete riferire".
Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro di corsa,
perchè erano piene di paura, il cuore come in una morsa.
E non dissero niente a nessuno, piene di spavento,
tenendo per sè quella cosa, almeno per il momento.






2^ DOMENICA DI PASQUA (Gv 20, 11-18)

Maria Maddalena era al sepolcro e piangeva,
perchè il corpo di Gesù morto più non si vedeva.
Ma mentre piangeva, si chinò per meglio guardare
e dentro la tomba, vide due angeli fermi stare:
erano in bianche vesti, seduti dov'era il corpo,
uno dov'era il capo, l'altro i piedi di Gesù morto.
Le dissero: "Donna, perchè piangi con dolore?"
E lei rispose: "Hanno portato via il mio Signore,
non so dove lo hanno posto e dove cercare"
e subito si voltò indietro, se ne stava per andare.
Ma vide davanti a sè, proprio Gesù lì in piedi,
però non lo riconobbe, com'è non si spieghi.
Lui disse: "Donna, perchè piangi, chi stai cercando?"
Che fosse il custode del giardino, lei stava pensando,
così rispose: "Signore, se l'hai portato via tu da qua,
dimmi dove l'hai posto, e vado io a prenderlo là".
Gesù le disse: "Maria!", una parola sola e bastava,
per riconoscerlo come quando con loro ancora stava.
Essa allora, voltatosi, disse: "Rabbunì", maestro mio.
E Gesù le rispose: "Non sono ancora salito a Dio.
Non mi trattenere, ma va' dai miei fratelli a dire
che al Padre mio e Padre vostro io sto per salire.
Al mio Dio e Dio vostro io sto per andare,
questo vai da loro adesso a raccontare".
Così Maria di Magdala dai discepoli subito andò:
"Ho visto il Signore", appena arrivata, annunciò.
Parlò anche di ciò che Gesù le aveva detto,
e il cuore batteva forte, per la corsa e per l'affetto.





3^ DOMENICA DI PASQUA
(Lc 24, 35-48)

I discepoli di Emmaus, di ritorno dalla via,
raccontarono ai discepoli, che non credevano tuttavia,
dell'incontro con Gesù, che aveva loro spiegato
e che avevano riconosciuto nel pane a tavola spezzato.
Mentre ancora parlavano apparve Gesù in persona
e il saluto "Pace a voi", a tutti loro subito dona.
Ma stupiti e spaventati, un fantasma lo credevano
e ancora dubitavano, di ciò che gli occhi lì vedevano.
Allora Gesù disse: "Perchè provate questo timore
e sorgono tanti dubbi nel vostro cuore?
Guardate le mie mani e i miei piedi: sono io!
Toccatemi e guardate: è proprio il corpo mio".
Dicendo questo mostrò loro piedi e mani,
ma poichè per lo stupore, stavano ancora lontani,
disse: "Avete qualcosa qui da mangiare?"
e gli diedero del pesce arrostito da assaggiare.
Egli lo prese e davanti a loro, che guardavano,
lo mangiò come quando insieme ancora stavano.
Poi disse: "Quando ero con voi, di questo vi parlavo,
bisognava che si compisse ciò che a voi rivelavo,
e che era scritto nella legge di Mosè e nei profeti,
che parlano di me, come i Salmi e i sacri detti".
Allora aprì la loro mente per intendere le Scritture
e ciò che per loro erano prima parole oscure:
"Così sta scritto: il Cristo di Dio dovrà molto patire
e risorgere dai morti il terzo giorno a venire,
poi nel suo nome a tutte le genti saranno predicati
la conversione della vita e il perdono dei peccati;
a cominciare da Gerusalemme e per il mondo intero,
di questo siete testimoni, di quanto detto e che è vero".






4^ DOMENICA DI PASQUA
(Gv 10, 11-18)

Un giorno disse Gesù queste parole, che a tutti addita:
"Io sono il buon pastore, che per le pecore dà la vita.
Il mercenario, invece, quando arriva il lupo, lui fugge,
così il lupo disperde le pecore e molte le distrugge.
Al mercenario non importa delle pecore cosa avviene,
perchè lui è un mercanario e pensa al proprio bene.
Io sono il buon pastore e per le pecore dono la vita,
per questo sono venuto e a questo il Padre invita.
Io conosco le mie pecore, e loro mi conoscono leggiadre,
come il Padre conosce me e io conosco in tutto il Padre.
E ho altre pecore da condurre, non di questo ovile,
ascolteranno la mia voce e verranno in lunghe file.
Diventeranno un solo gregge e un solo pastore,
saranno uniti per sempre, dalla legge dell'amore.
Per questo il Padre mi ama: perchè offro la mia vita,
per poi riprenderla di nuovo, dopo l'ardua salita.
Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso,
perchè ho il potere di offrirla e di riprenderla appresso.
Questo comando ho ricevuto dal Padre mio
e questo sappiate che è nel disegno di Dio".





5^ DOMENICA DI PASQUA
(Gv 15, 1-8)

Io sono la vera vite e il Padre mio il vignaiolo:
ogni tralcio senza frutto lo stacca dal picciolo;
e ogni tralcio che porta frutto lo pota con cura,
perchè porti molto frutto, secondo la sua natura.
Voi siete già puri per la parola che vi ho annunciato,
rimanete in me e io in voi, come finora è stato.
Come il tralcio non può fare frutto da se stesso,
se non rimane nella vite, rigoglioso o dimesso,
così anche voi se non rimanete in me come tralci,
non farete frutto, che sia tra gli agi o negli intralci.
Chi rimane in me e io in lui fa invece molto frutto,
ma senza di me non potete fare nulla con costrutto.
Chi non rimane in me viene gettato via e si secca,
poi raccolto e bruciato nel fuoco come una stecca.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi,
chiedete quello che volete e vi sarà dato, subito poi.
In questo è glorificato il Padre mio, quaggiù e in cielo:
che portiate molto frutto, da discepoli con giusto zelo.






6^ DOMENICA DI PASQUA
(Gv 15, 9-17)

"Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi.
Rimanete nel mio amore e sempre uniti saremo noi.
Se i miei comandamenti con fedeltà osserverete,
nel mio amore, e con gioia, ogni giorno rimarrete,
come io ho osservato i comandamenti del Padre mio
e rimango nel suo amore, che è la felicità con Dio.
Questo vi ho detto perchè sia in voi la mia gioia
e la vostra gioia sia piena, e per sempre non muoia.
Questo è il mio comandamento che ora vi dò:
che vi amiate gli uni gli altri, come io amati vi ho.
Nessuno ha un amore più grande di questo:
dare la propria vita per gli amici, o altri del resto.
Voi siete miei amici, se farete ciò che vi comando,
perchè solo ciò che è giusto, in amicizia vi domando.
Io non vi chiamo più servi, che devono solo ubbidire,
perchè ciò che fa il padrone i servi non sanno capire;
ma vi ho chiamato amici e vi ho detto con affetto,
ciò che ho udito dal Padre, e in modo perfetto.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e tutti,
perchè andiate ovunque, e portiate buoni frutti;
e il vostro frutto rimanga, come seme per il mondo,
perchè ciò che chiederete, nel mio nome sarà fecondo.
Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri,
e ciò che chiederete al Padre, sarà concesso a voialtri".






ASCENSIONE DEL SIGNORE
(Mc 16, 15-20)

Il Signore disse, prima di salire e tornare al cielo:
"Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo.
Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo nell'amore,
ma chi non crede, sarà condannato e ne avrà timore.
E questi saranno i segni che accompagneranno
quelli che credono e nel mio nome parleranno:
scacceranno demoni e parleranno lingue nuove,
toccheranno serpenti, come chi il male rimuove;
se berranno veleno, non ne avranno alcun danno,
e imponendo le mani, i malati subito guariranno".
Detto questo, assise al cielo, con il Padre Benedetto,
mentre loro partivano, per annunciare quanto detto.
E il Signore Gesù operava nei discepoli e con costoro,
confermando la Parola, con i prodigi attorno a loro.






FESTA DI PENTECOSTE (Gv 3, 5-8)

"In verità, vi dico, perchè sappiate tutti quanti:
rinascete nell'acqua e nelllo Spirito, e sarete santi.
Se uno non nasce dall'acqua e dallo Spirito mio,
non può entrare sicuramente nel Regno di Dio.
Quello che è nato dalla carne, è carne certamente
e ciò che è nato dallo Spirito, è spirito veramente.
Non vi meravigli se dico a chi è ormai vecchio:
dovete rinascere dall'alto, sembra strano parecchio.
Il vento soffia dove vuole e ne senti anche la voce,
ma non sai di dove viene e dove va, così veloce:
così è di chi è nato dallo Spirito del Signore Iddio,
in ogni luogo, come il vento, porterà l'annuncio mio".





SANTISSIMA TRINITA'
(Gv 16, 23-28)

"In verità vi dico: se chiederete qualcosa al Padre mio,
nel mio nome ve lo darà, perchè è la volontà di Dio.
Finora non avete chiesto poco o tanto nel mio nome,
ma chiedete e otterrete, per essere nella gioia, eccome.
Vi ho detto queste cose usando semplici paragoni,
ma verrà l'ora in cui vi parlerò del Padre senza allusioni.
In quel giorno chiederete nel mio nome al Padre mio
e non ci sarà bisogno che preghi per voi il Signore Dio:
il Padre stesso vi ama, perchè voi mi avete amato,
e avete creduto che Dio stesso, nel mondo mi ha inviato.
Sono uscito dal Padre e sono venuto qui nel mondo;
ora vado di nuovo al Padre, perchè il mondo sia fecondo".







CORPUS DOMINI (Mc 14, 12-16 e 22-26)

Il primo giorno degli Azzimi iniziava il grande rito
della festa di Pasqua, che immolava l'agnello stabilito.
I discepoli chiesero a Gesù dove potevano preparare
per la cena pasquale, che insieme dovevano mangiare.
Allora li mandò in città, a cercare la casa già stabilita,
dove un uomo con una brocca, vi portava acqua pulita.
Il padrone aveva pronto, nella sala al piano superiore,
un luogo con tappeti, preparato nel modo migliore.
I discepoli andarono e fecero come aveva detto,
e prepararono la Pasqua nel luogo che aveva predetto.
Mentre mangiavano, prese il pane e lo benedisse:
"Prendete e mangiate il mio corpo", ai discepoli disse.
Poi prese il calice, rese grazie e lo diede da bere:
"Questo è il mio sangue versato, che state per vedere.
In verità vi dico che non berrò più il frutto della vite,
fino a quando lo berrò nuovo, tra le glorie infinite".
E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte,
verso l'orto degli ulivi, c'era luna piena all'orizzonte".




8^ TEMPO ORDINARIO
(Mc 2, 18-22)

I discepoli di Giovanni e i farisei spesso digiunavano,
mentre invece i discepoli di Gesù insieme mangiavano.
Allora andarono dal Maestro a chiedergli spiegazione,
di una tale condotta, contraria a ogni espiazione.
Gesù allora rispose: "Gli invitati alla festa di nozze,
possono forse digiunare e bere acqua in tinozze?
Finchè lo sposo è con loro non possono digiunare,
ma essere felici, e a tavola con lui festeggiare.
Ma verranno giorni in cui lo sposo gli sarà tolto,
allora digiuneranno e la tristezza apparirà in volto.
Nessuno cuce su un vestito vecchio e strappato
un pezzo di panno nuovo, perchè sia bello rinnovato;
altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il tessuto vecchio
e lo strappo che si forma è anche peggiore parecchio.
E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi stagionati,
altrimenti il vino nuovo spacca gli otri invecchiati;
ma si versa vino nuovo in otri nuovi e fortificati,
per avere gli otri salvi e bere poi vini delicati".





9^ TEMPO ORDINARIO (Mc 2,23-3,6)

Un giorno di sabato Gesù passava per campi di grano
e i discepoli, camminando, le strappavano con la mano.
Lo facevano per mangiare qualche chicco e sostenersi,
ma per la legge, di sabato, da ciò bisognava astenersi.
Allora i farisei chiesero a Gesù perchè lo facevano,
svolgendo di sabato attività che certo non potevano.
Ma egli rispose loro: "Non avete letto cosa fece Davide,
quando era affamato e con altre bocche di pane avide?
Entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell'offerta
e diede ai compagni quel cibo che era grazia certa".
Poi disse loro: "Il sabato è stato fatto per gli uomini
e non gli uomini per il sabato, o altri giorni si denomini;
perciò il Figlio dell'uomo è padrone di quel giorno,
come di ogni cosa fatta e posta nel creato attorno".
Entrò di nuovo di sabato nella sinagoga del paese
e un uomo con la mano paralizzata nulla chiese.
Ma i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva,
in giorno di sabato, così la legge Gesù trasgrediva.
Ma egli disse: "Mettiti in mezzo", all'uomo paralizzato,
poi chiese intorno, al gruppo che lo aveva guardato:
"E' lecito in giorno di sabato fare il bene o il male,
salvare una vita o toglierla, secondo l'aspetto formale?"
Ma essi tacevano e allora guardandoli con indignazione,
si rattristò per i loro cuori duri, chiusi alla conversione.
Poi disse all'uomo: "Stendi la mano paralizzata",
quello lo fece, e la sua mano fu subito risanata.
Allora i farisei uscirono subito con gli erodiani
e per far morire Gesù, fecero consiglio e piani.




10^ TEMPO ORDINARIO
(Mc 3, 20-35)

Entrò Gesù in una casa, che si riempì tutta di gente,
dalla folla che c'era non potevano mangiare niente.
Allora i suoi parenti, saputo questo da qualcuno,
andarono per riprenderlo, era normale e opportuno.
Anche gli scribi, venuti fin dalla grande città santa,
lo dicevano posseduto, tra quella folla che incanta,
perchè se scacciava malattie e demoni dalla gente,
doveva stare con il principe dei diavoli, era evidente.
Ma Gesù, chiamatili vicino, diceva con storie e paragoni:
"Come può Satana cacciare Satana, principe dei demoni?
Perchè se un regno o una casa sono divisi al loro interno,
non potranno certo reggersi, sia dentro che all'esterno.
Allo stesso modo, se Satana è diviso e ribelle in sè stesso,
non potrà resistere a lungo, ma finirà sottomesso.
Perchè nessuno può entrare nella casa di uno forte,
se prima non lo lega, e allora dopo ruba le sue scorte.
In verità vi dico che tutti i peccati saranno perdonati,
e anche gli improperi saranno agli uomini condonati,
ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo,
non avrà mai perdono e in eterno sarà affranto".
Poichè del bene che faceva essi parlavano male
e lo dicevano posseduto, come se fosse normale.
Giunsero intanto sua madre e i familiari per parlare,
e stando fuori della casa, lo mandarono a chiamare.
Allora quelli seduti attorno, gli dissero chiaramente:
"Tua madre e i fratelli, ti cercano decisamente".
Ma egli rispose, guardando quelli seduti attorno:
"Chi è mia madre e i miei fratelli in questo giorno?
Ecco mia madre e i miei fratelli qui presenti,
che fanno la volontà di Dio, e ne sono contenti".





11^ TEMPO ORDINARIO (Mc 4, 26-34)

Gesù parlava ai discepoli, in parabole, e diceva loro:
"Il regno di Dio è come un uomo che fa un bel lavoro:
getta il seme nella terra e poi sta quieto ad aspettare,
che lui dorma o stia sveglio, il seme va a germogliare;
e poi cresce spontaneamente, come neanche lui lo sa,
perchè è la terra che fa tutto, come è scritto in verità.
Così cresce lo stelo, poi la spiga e il chicco che matura;
quando il frutto è pronto, passa la falce per la mietitura.
E ancora: il regno di Dio, a cosa possiamo paragonarlo?
Con quale parabola o piccola storia possiamo raccontarlo?
Esso è come un granellino di senape che è minuscolo,
quando viene seminato è il più piccolo, proprio un bruscolo.
Ma subito cresce e diventa più grande di tutti gli ortaggi,
e all'ombra dei suoi rami gli uccelli si riparano dai raggi".
Con molte parabole di questo genere Gesù parlava
e alla gente, in questo modo, la parola annunciava.
Parlava a tutti in parabole, secondo quanto intendevano,
e in privato ai discepoli, spiegava ogni cosa che vedevano.




12^ TEMPO ORDINARIO
(Mc 4, 35-41)

In quel giorno, verso sera, erano sulla riva del lago
e Gesù disse ai discepoli, del suo gruppo ormai pago:
"Passiamo all'altra riva" e lasciarono lì la folla,
partendo sulla barca, che tra le onde un po' barcolla.
Intanto si sollevò una grande tempesta di vento,
che buttava acqua in barca e faceva gran spavento.
Gesù invece se ne stava a poppa e dormiva,
come non sentisse l'agitazione che intorno gremiva.
Allora lo svegliarono e gli dissero spaventati:
"Maestro, non t'importa che moriamo tutti quanti?"
Destatosi, sgridò il vento, disse al mare: "Sta' calmo"
e subito il vento cessò e l'acqua liscia come un palmo.
Poi disse loro: "Perchè siete tutti così paurosi?
Non avete ancora fede, solo pensieri timorosi?"
E loro furono presi da un grande turbamento,
si chiedevano chi fosse, se comandava anche al vento.




13^ TEMPO ORDINARIO (Mc 5,21-43)

Tornato Gesù a Cafarnao, sulla riva del lago,
molta gente accorreva e nessuno era pago.
Si recò da lui anche Giairo, uno dei capi della sinagoga,
che si gettò ai suoi piedi e lo pregava con molta foga:
"La mia figlioletta è in grande pericolo di vita;
vieni ad imporle le mani, perchè sia presto guarita".
Gesù andò con lui e molta folla gli si stringeva attorno.
Anche una donna malata era nei pressi quel giorno:
da 12 anni soffriva di una vergognosa emorragia,
che i medici più costosi peggioravano, come per magia.
Udito parlare di Gesù, voleva toccargli il mantello,
il cuore le diceva che per guarire bastava quello.
E stando tra la folla, appena toccò il suo vestito,
subito il suo corpo sentì che dal male era guarito.
Allora Gesù, sentita la potenza uscire dal suo interno,
chiese alla folla chi avesse toccato il manto esterno.
E i discepoli perplessi, gli dicevano senza capire:
"Tutti ti pigiano, e tu parli di sfiorare o lambire?"
Ma Gesù continuava a cercare chi era stato,
finchè la donna tremante, ammise di averlo toccato.
Gli si gettò davanti e raccontò in verità tutto quanto,
così che era guarita appena aveva toccato il manto.
Alllora Gesù le disse: "Figlia, la tua fede ti ha salvata;
va' in pace e dal tuo male sii per sempre liberata".
Mentre ancora parlava, a Giairo dissero con circostanza
che la figlia era morta, non c'era più alcuna speranza.
Ma Gesù disse al capo della sinagoga tutto afflitto:
"Non temere e continua ad aver fede", poi tira diritto;
ma non vuole essere seguito da tutta quella folla,
solo alcuni discepoli, con Giairo che un po' barcolla.
Arrivato alla casa, con trambusto e gente che piangeva,
una gran confusione, e tristezza, la famiglia avvolgeva.
Allora Gesù disse: "Perchè fate strepito e piangete tanto?
La bambina non è morta, ma in pace dorme soltanto".
Essi lo deridevano, ma lui fuori dalla casa li cacciò,
poi con i genitori e gli amici, dalla bambina entrò.
La prese la mano e disse: "Talita kum! Alzati fanciulla!"
e la bambina subito si levò, come si svegliasse dal nulla.
Aveva 12 anni e si mise a camminare senza torpore,
mentre i genitori erano presi da gioia e grande stupore.
Gesù raccomandò con insistenza di non dirlo a nessuno
e di sfamare la bambina, che era stata in gran digiuno.





14^ TEMPO ORDINARIO
(Mc 6, 1-6)

Partito da Cafarnao, Gesù entrò a Nazaret suo paese,
con i discepoli che lo seguivano nelle sue imprese.
Venuto il sabato, entrò nella sinagoga a insegnare
e molti lo ascoltavano e stupivano del suo parlare.
Dicevano: "Dove prende queste cose che manifesta?
E i prodigi e il parlare, che sapienza è mai questa?
Non è costui il carpentiere che abitava in mezzo a noi?
Il figlio di Maria, con fratelli e sorelle ancora qui, poi".
E si scandalizzavano di lui e mormoravano contro,
ma Gesù disse loro: "Nessun profeta è bene accolto
proprio in patria, tra familiari e conoscenti,
è disprezzato in casa sua e tra i suoi parenti".
E non vi potè operare nessun prodigio e guarigione,
se non di qualche ammalato, proprio per tale ragione.
E si meravigliava della loro grande incredulità,
che nessun segno avrebbe scalfito con facilità.






15^ TEMPO ORDINARIO
(Mc 6, 7-13)

Gesù chiamò i discepoli e li mandò in missione,
a due a due andavano in ogni paese e regione.
Diede loro il potere di allontanare spiriti immondi,
ma per tutti sarebbero stati come dei vagabondi.
Non dovevano portare soldi o provviste per il viaggio,
in ogni luogo sarebbero stati ospiti di passaggio.
E se in qualche luogo non fossero stati accolti,
sarebbero andati altrove, per parlare a chi li ascolti.
E partiti, predicavano alle genti la conversione,
scacciavano demoni e davano ai malati la guarigione.





16^ TEMPO ORDINARIO
(Mc 6, 30-34)

Gli apostoli, attorno a Gesù, si riunirono
e di quanto fatto e insegnato, gli riferirono.
Egli disse loro: "Venite in disparte a riposare,
in un luogo solitario stiamo insieme a recuperare".
Infatti, molta gente li veniva ovunque a cercare,
e non c'era quasi il tempo, neanche di mangiare.
Allora partirono subito per un posto solitario,
con la barca tutti insieme, era proprio necessario.
Ma tanti li videro e capirono dove andare,
per precederli all'altra riva e così incontrare.
E quando sbarcò c'era folla di molte città,
che commosse Gesù per la fede e povertà.
Erano come pecore senza pastore a guidarle,
allora insegnò loro tante cose per consolarle.







17^ TEMPO ORDINARIO
(Gv 6,1-15)

Poi Gesù tornò, all'altra riva dove erano stati
e molti lo seguivano, perchè guariva i malati.
Salì sulla montagna, con i discepoli a riposare,
ma appena alzati gli occhi, vide una folla arrivare.
Allora chiese a Filippo, come per metterlo alla prova:
"Dove comprare il pane, per la gente che qui si trova?"
"Ma 200 denari non bastano, per un pezzo ciascuno",
rispose Filippo, dicendo ciò che pensava ognuno.
E Andrea, fratello di Simone il pescatore,
raccontò l'offerta di un piccolo benefattore:
"C'è qui un ragazzo che ha 2 pesci e 5 pani,
ma per una tale moltitudine, non sono forse vani?"
Allora Gesù disse di farli sedere lì attorno,
perchè di molta erba, quel posto era adorno.
Poi Gesù prese i pani, rese grazie e li distribuì,
lo stesso con il pesce, che tutti presero e poi finì.
Erano circa 5000 uomini, con le donne e i bambini,
e tutti si saziarono, sia i grandi che i piccolini.
E quando ebbero mangiato, ricordò in modo avveduto:
"Raccogliete i pezzi rimasti, perchè nulla vada perduto".
E i discepoli li raccolsero, riempiendo 12 cesti,
perchè di quell'abbondanza, importavano anche i resti.
Allora la gente entusiasta, per quel segno miracoloso,
riconobbe in Gesù il profeta più grandioso.
Ma il Signore sapendo che lo volevano come re,
si ritirò sul monte e nessuno portò con sè.






18^ TEMPO ORDINARIO (Gv 6, 24-35)

Quando la folla vide che Gesù era partito,
sulle barche salì e il Maestro fu inseguito.
Ritrovatolo a Cafarnao, chiesero: "Da dove arrivi?"
E Gesù rispose: "In verità del pane, vi sentite privi.
Non me cercate, perchè dei segni avete veduto,
ma avere cibo facilmente, tutti voi avete creduto.
Procuratevi non il mangiare che alla fine perisce,
ma il cibo che dura sempre, tutti sfama e mai finisce.
Questo pane eterno ve lo dà il Figlio dell'uomo inviato,
su di lui c'è il sigillo, che Dio Padre ha annunciato".
Allora chiesero: "Come compiere l'opera di Dio?"
E Gesù: "Credere al Figlio mandato, che sono io".
Ribatterono: "Che segno fai, perchè crediamo?
Che opera ci mostri, così noi ci ricrediamo?
I nostri padri hanno mangiato manna nel deserto,
e credettero in Mosè, che era profeta certo".
Ma Gesù rispose: "Non Mosè diede il pane di vita,
ma Dio Padre dona il pane e al banchetto invita.
E il vero pane del cielo dona la vita al mondo,
il Padre l'ha mandato, perchè ognuno sia fecondo".
Allora gli dissero: "Donaci questo pane, Signore,
così che viviamo più tranquilli a tutte le ore".
E Gesù: "Io sono il pane della vita che mai finisce,
chi viene e crede in me, fame e sete in lui svanisce".





19^ TEMPO ORDINARIO (Gv 6, 41-51)

Sentitolo parlare, i Giudei mormoravano di Gesù,
avendo detto: "Io sono il pane che da Dio viene giù".
Di lui conoscevano padre e madre, fratelli e familiari,
e assurdo era la discendenza celeste, che lui dichiari.
Gesù rispose: "Non mormorate per quanto ho detto.
Chiunque viene a me, è attirato dal Padre Benedetto.
Sta scritto: Tutti saranno ammaestrati da Dio,
così chi lo ascolta e impara, pure crede nel nome mio.
Non che qualcuno abbia visto il Padre personalmente,
ma colui che viene da Dio, lo ha visto realmente.
In verità vi dico: Chi crede ha già la vita eterna,
e io lo resusciterò nel giorno della luce sempiterna.
I vostri padri hanno mangiato manna nel deserto
ma sono morti dopo aver questa terra scoperto;
io invece sono il pane vivo disceso dal cielo
e chi ne mangia non può morire, questo rivelo.
Se uno mangia di questo pane vive eternamente
ed il pane è la mia carne, data al mondo realmente".




20^ TEMPO ORDINARIO (Gv 6, 51-58)

I Giudei discutevano sul discorso di Gesù:
mangiare carne umana era folle, vietato oltrepiù.
Ma lui insisteva: "Se non mangiate questa carne,
vita eterna in voi non saprete come trovarne.
Chi mangia la mia carne e il mio sangue beve,
ha la vita eterna e la resurrezione da me riceve.
La mia carne è vero cibo e il mio sangue bevanda,
che fa dimorare in me e nel Padre che mi manda.
Come il Padre ha la vita e presso di lui io vivo,
così chi mangia di me, vivrà in me a tale motivo.
Questo è il pane disceso dal cielo veramente,
non come quello del deserto, durato brevemente.
I padri hanno mangiato quello, e sono tutti morti,
ma chi mangia questo pane vive sempre, da risorti".
Queste cose disse Gesù mentre stava insegnando,
nella sinagoga di Cafarnao, il pane di vita spiegando.






21^ TEMPO ORDINARIO
(Gv 6, 60-69)

Molti discepoli che stavano Gesù ad ascoltare,
si dissero che era duro, il suo modo di parlare.
Ma Gesù sapendo che di questo mormoravano,
ripetè deciso, anche se loro dubitavano:
"Vi scandalizza così tanto questo mio parlare?
E se vedeste il Figlio dell'uomo in cielo tornare?
E' lo Spirito che dà la vita, non il corpo che finisce,
e le parole che io vi dico sono spirito che guarisce.
Ma tra di voi c'è chi non crede affatto"
e Gesù lo sapeva, fin dal principio questo fatto.
"Per questo vi ho detto che nessuno viene a me,
se non lo concede il Padre mio e vostro re".
Da allora molti discepoli che prima lo seguivano,
indietro si tirarono e non più con lui gioivano.
Allora Gesù disse ai Dodici rimasti lì:
"Volete anche voi andarvene da qui?"
E Pietro rispose: "Signore, da chi andiamo?
Tu hai parole di vita eterna, e lo sappiamo.
Che sei il Santo di Dio noi abbiamo creduto,
e la salvezza che tu dai abbiamo conosciuto".





22^ TEMPO ORDINARIO (Mc 7, 1-8/14-15/21-23)

Si riunirono attorno a Gesù alcuni scribi per ascoltare
e videro i discepoli con le mani non lavate mangiare.
Siccome per tradizione la pulizia era purezza
e lavarsi mani e piedi era il minimo per la grandezza,
allora lo interrogarono considerando offensivo
il trascurar le tradizioni, di quel Maestro sovversivo.
Ma Gesù rispose: "Proprio di voi ha scritto Isaia,
profetizzando da lontano la vostra ipocrisia:
"Questo popolo mi onora con labbra e parole,
ma il suo cuore è lontano e lo spirito ne duole.
mi rendono culto con riti e insegnamenti,
che servono agli uomini e ai loro comandamenti".
Poi chiamò di nuovo la folla e gli parlò così:
"Ascoltatemi bene e capite voi che siete qui:
non c'è nulla fuori dell'uomo che possa contaminarlo,
ma è quello che ha nel cuore che può fuorviarlo.
Dal di dentro infatti, nascono cattive intenzioni:
omicidi, furti, inganni, e le varie fornicazioni,
invidia, superbia, calunnia e altre malvagità,
impudicizia, stoltezza e ogni disonesta falsità.
Tutte queste cose vengono dal di dentro del cuore
e contaminano l'uomo, allontanandolo dall'amore".





23^ TEMPO ORDINARIO (Mc 7, 31-37)

Di ritorno da Tiro, Gesù passò per Sidone,
poi verso la Galilea, dentro la fenicia regione.
E condussero a Lui un sordomuto di quel paese,
per imporgli le mani, qualcuno gli chiese.
Allora lo portò in disparte, lontano dalla gente,
gli toccò la lingua e l'orecchio che non sente.
Emise un sospiro e verso il cielo guardò,
poi disse: "Effatà", cioè "Apriti" gli sussurrò.
Allora i suoi orecchi si aprirono ad ascoltare,
la sua bocca si sciolse ed iniziò a parlare.
E comandò di non dirlo proprio a nessuno,
ma tutti parlavano, lo raccontavano a qualcuno.
E pieni di stupore, si meravigliavano dicendo:
"Ha fatto bene ogni cosa, muti e sordi guarendo".



24^ TEMPO ORDINARIO
(Mc 8, 27-35)

Gesù partì con i discepoli e lungo la via,
chiese loro: "La gente, chi dice che io sia?"
Gli risposero: "Giovanni Battista, Elia o un profeta".
"E voi chi dite che io sia?", chiese con voce quieta.
"Tu sei il Cristo", rispose Pietro prontamente,
e di non dirlo a nessuno, lui ordinò severamente.
E cominciò a insegnare che doveva molto soffrire,
essere riprovato dagli anziani e alla fine morire.
Sarebbe stato ucciso, ma dopo 3 giorni risorto,
e questo lo diceva come non fosse un gran torto.
Allora Pietro, in disparte, si mise a rimproverarlo,
ma lui si volse ai discepoli e iniziò a sgridarlo:
"Lontano da me Satana", gli disse duramente,
"tu non pensi come Dio, ma agli uomini facilmente".
Convocata la folla, con i discepoli insieme,
spiegò come seguire, il Maestro nelle pene:
"Se qualcuno vuol venire, dietro a me ogni giorno,
rinneghi sè stesso e mi segua, con la croce attorno.
Perchè chi vorrà salvarsi, perderà la propria vita,
ma chi la perde per me e il Vangelo, la riavrà infinita".





25^ TEMPO ORDINARIO (Mc 9, 30-37)

Attraversando la Galilea, lo fecero senza clamore,
che nessuno lo sapesse, chiese Gesù in quelle ore.
Infatti istruiva i suoi discepoli ogni giorno,
anticipando quello che sarebbe capitato attorno:
"Il Figlio dell'uomo, agli uomini sarà consegnato,
loro lo uccideranno, ma dopo 3 giorni sarà rinato".
Essi però queste parole non comprendevano,
ma avendo timore, spiegazioni non chiedevano.
Giunti a Cafarnao, chiese a loro tutti riuniti:
"Di cosa parlavate, da quando siamo partiti?"
Ed essi tacevano, perchè era proprio imbarazzante,
che avessero discusso chi di loro era più importante.
Allora sedutosi, chiamò i Dodici e disse serenamente:
"Chi vuole essere il primo, sia l'ultimo semplicemente,
sia proprio l'ultimo di tutti, ed il servo di ognuno,
chi vuole essere grande, e diventare qualcuno".
E preso un bambino, messolo in mezzo lo abbracciò,
lo diede come esempio e questo a loro insegnò:
"Chi accoglie uno di questi piccoli, accoglie me,
e poi accoglie chi mi ha mandato, l'eterno Re".




26^ TEMPO ORDINARIO (Mc 9, 38-43/45/47-48)

Un giorno Giovanni disse al Signore:
"Abbiamo visto uno che per noi è un impostore,
scacciava i demoni usando il tuo nome,
e non era dei nostri, è sicuro eccome.
Ma Gesù rispose: "Non glielo proibite,
e di quanto lui fa non vi ingelosite,
perchè nessuno fa miracoli nel nome mio,
se poi parla male di me o di Dio.
Chi non è contro di noi, è per noi un amico
e avrà un giorno ricompensa, questo vi dico.
Anche se vi danno un solo bicchiere da bere,
perchè siete di Cristo, ne avranno a godere.
Ma chi scandalizza i piccoli che credono,
crea sofferenze che i suoi occhi non vedono.
Meglio per lui sarebbe avere una macina al collo
e rovinare in mare, fino al completo tracollo.
Taglia la tua mano, se questa ti scandalizza:
è meglio uno monco, di chi il male organizza.
E taglia il tuo piede, se questo è d'inciampo:
è meglio essere zoppo, che avere il male accanto.
Poi cava il tuo occhio, se vede in modo ambiguo:
è meglio essere cieco, che avere il diavolo attiguo.
E' meglio entrare in cielo monchi, zoppi o ciechi,
che finire nella Geenna come i peggiori sprechi;
dove il verme non muore e il fuoco non finisce,
questo è il destino di chi scandalizza e poi perisce".





27^ TEMPO ORDINARIO (Mc 10, 2-16)

Venuti dei farisei, chiesero per mettere Gesù alla prova:
"Può far ripudio il marito, che un'altra moglie trova?"
Allora li interrogò sulla legge antica di Mosè,
che permetteva il ripudio della moglie anche al re.
Bastava scrivere un atto e la donna era ripudiata,
poi rimandarla alla famiglia e non era già più sposata.
Ma Gesù rispose loro: "Questa norma vi diede Mosè,
per il vostro cuore duro, che pensava soltanto a sè.
Ma all'inizio del creato Dio fece insieme uomo e donna,
per essere nella loro casa come un'unica colonna.
Per questo lasceranno padre e madre senza rimpianti
e saranno una carne sola, a un solo cuore somiglianti.
L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto"
e nessuno disse altro, perchè al cuore egli era giunto.
Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono ancora,
perchè quell'argomento l'uno e l'altro accalora.
Ma egli non li fece stare sereni nè tranquilli,
accusando di infedeltà ogni cuore che oscilli:
"Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra,
commette adulterio e non serve una legge scaltra;
e se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro,
commette adulterio lei, senza differenza peraltro".
Poi gli portarono dei bambini perchè li accarezzasse,
ma i discepoli li sgridavano, perchè non si disturbasse.
Gesù, però, si indignò e li rimproverò apertamente:
"Lasciate i piccoli venire a me, sempre e facilmente.
Non impeditegli di arrivare in ogni modo al cuore mio,
perchè a chi è come loro, appartiene il regno di Dio.
In verità, chi non accoglie il regno come un fanciullo,
non entrerà in esso, e ogni altro sforzo è nullo".
E prendendoli tra le braccia, li benedicceva tutti quanti,
imponendo le mani a ragazzi, bambini e lattanti.





28^ TEMPO ORDINARIO (Mc 10, 17-30)

Mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio,
un tale gli corse incontro e gli chiese con coraggio:
"Maestro buono, che devo fare per la vita eterna?"
e lo disse in ginocchio, con tanta umiltà esterna.
Gesù gli disse: "Perchè chiami buono proprio me,
se Dio solo è buono, e nessun altro all'infuori c'è?
Tu conosci i comandamenti: non uccidere e non rubare,
non tradire, non mentire e che i genitori devi onorare".
Egli allora disse: "Maestro, l'ho fatto fin da ragazzo"
e si vedeva l'onestà, di uomo giusto senza imbarazzo.
Allora Gesù, fissatolo, lo amò intensamente
e rispose alla domanda dicendogli sinceramente:
"Una cosa sola ti manca, se vuoi avere di più:
vendi quello che hai, seguimi, e avrai un tesoro lassù".
Ma a queste parole si fece scuro e triste se ne andò,
perchè aveva molti beni e lasciarli tutti non osò.
Allora Gesù, guardando i suoi discepoli, disse:
"Entrare in cielo è difficile, per chi nelle ricchezze visse.
E' più facile che un cammello passi nella cruna dell'ago,
che entrare nel regno di Dio, se uno è ricco e pago".
Allora sbigottiti, chiesero come si poteva salvare
la vita eterna dell'uomo, che tanto poteva sbagliare.
Ma Gesù, guardandoli, disse tranquillamente:
"Impossibile per gli uomini, non per Dio sicuramente.
Perchè tutto è possibile presso Dio e per Lui,
e la salvezza dell'uomo è reale, vicinissima per cui".
Pietro allora gli disse, ricordando la sua chiamata:
"Noi ti abbiamo seguito, ogni cosa abbiamo lasciata".
E Gesù gli rispose, come un premio e una garanzia:
"Chiunque lascia casa e famiglia per causa mia,
e campi e fratelli a causa del mio Vangelo,
riceve la vita eterna, un giorno lassù in cielo;
ma già subito 100 volte tanto in fratelli e figli,
e case e campi, insieme a persecuzioni e perigli".





29^ TEMPO ORDINARIO (Mc 10, 35-45)

Si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni dicendo:
"Maestro, fai per noi quello che andiamo chiedendo".
Ed egli disse: "Cosa volete che faccia esattamente?"
"Sederti accanto nella gloria", risposero prontamente.
Ma Gesù disse loro: "Non sapete cosa chiedete,
essere battezzati e bere il mio calice, voi potete?"
"Certo che possiamo" risposero i discepoli al Signore,
ma lui non poteva concedere a loro tale onore:
"Il calice che io bevo anche voi lo berrete,
ed il mio battesimo anche voi lo riceverete,
ma sedere accanto a me nella gloria dei cieli
è per chi è stato preparato, ed un giorno si riveli".
All'udire la richiesta, gli altri dieci si sdegnarono
e con Giacomo e Giovanni, tutti si alterarono.
Allora Gesù li chiamò, ancora a sè più vicino
e poi calmo spiegò, come un padre al suo piccino:
"Voi sapete che i capi di paesi e nazioni
esercitano il potere con lotte e dominazioni;
tra di voi però non deve essere fatto così,
chi vuole essere grande, sia al servizio ogni dì;
e chi vuole essere primo, sia il servo di tutti,
come il Figlio dell'uomo, la cui vita porta frutti".




30^ TEMPO ORDINARIO (Mc 10, 46-52)

Arrivati a Gerico, la più antica città,
fecero per lasciarla e ripartire di là.
Insieme ai discepoli era lungo la strada
ed una gran folla lo seguiva e guardava,
quando Bartimeo, cieco da che era nato,
lì mendicava, seduto sul selciato.
Al sentire che passava Gesù Nazareno,
cominciò a gridare senza nessun freno:
"Figlio di Davide, abbi pietà di me!",
e più lo sgridavano, più lo chiamava a sè.
Allora Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!",
quelli lo fecero, prima che dicesse: "Alzatelo!"
Egli gettò il mantello, non pensava più,
e balzato in piedi venne da Gesù.
Allora il Signore disse: "Cosa vuoi per te?"
E il cieco: "Maestro, che la vista torni in me!"
Gesù gli disse: "Va', la tua fede ti ha salvato"
e subito la vista tornò al cieco nato.
Poi lo seguiva per la strada con la gente,
anche lui discepolo e testimone fervente.




31^ TEMPO ORDINARIO (Mc 12, 28b-34)

Uno scriba chiese, per sentire i suoi insegnamenti:
"Maestro, qual è il primo di tutti i comandamenti?"
Allora Gesù rispose: "Il primo è: Israele, ascolta.
Il Signore Dio nostro è l'Unico, e ti ha accolta;
dunque il Signore Dio tuo, con tutto il cuore amerai,
e con tutta la tua anima, mente e forza onorerai.
E il secondo, insieme viene trasmesso:
"Amerai il prossimo tuo come te stesso".
Allora lo scriba ammise: "Maestro, hai detto bene,
Egli è l'unico e non c'è altro Dio, se ne conviene.
Amarlo con il cuore ed il prossimo come sè stessi
vale più di olocausti, sacrifici e riti complessi".
Gesù gli disse, perchè aveva risposto saggiamente:
"Non sei lontano dal regno di Dio, sappilo veramente".
E nessun altro, di interrogarlo aveva il coraggio,
perchè forte e sicuro era sempre il suo messaggio.




32^ TEMPO ORDINARIO
(Mc 12, 38-44)

Mentre osservava come tanti si comportavano,
il Signore disse ai discepoli che ascoltavano:
"Guardatevi dagli scribi che amano passeggiare,
in lunghe vesti nelle piazze per farsi guardare,
avere i primi seggi nelle sinagoghe per pregare
e i primi posti nei banchetti per bere e mangiare.
Divorano le case di orfani e vedove indifese
e mostrano di fare preghiere lunghe e accese;
vi dico in verità, e ascoltate attentamente,
perchè saranno condannati molto severamente".
E seduto di fronte al tesoro, stava a guardare
l'elemosina che facevano, a favore dell'altare.
C'erano molti ricchi che davano molte monete
e una pover vedova che una sola ne ponette.
Allora chiamò i discepoli per farli ragionare,
perchè quella apparenza bisognava ribaltare:
"In verità vi dico che fra tutti gli offerenti
questa povera vedova è il primo dei credenti,
perchè gli altri hanno dato del non necessario,
mentre lei ha dato il suo bene primario,
nella sua povertà ha offerto ogni cosa,
non si è tenuta per vivere neppure qualcosa".




33^ TEMPO ORDINARIO (Mc 13, 24-32)

"Dopo quella tribolazione che molti segnerà,
la luna sarà spenta e il sole si oscurerà,
le stelle cadranno dal firmamento intero
e le potenze dei cieli finiranno davvero.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire
con potenza e gloria sulle nubi per riunire
dai quattro angoli della terra tutti gli eletti
con gli angeli del cielo e i santi benedetti.
Questa parabola che dico, dal fico imparate:
quando il ramo è tenero e le foglie spuntate,
voi sapete con certezza che l'estate è vicina,
è questione di giorni ed il caldo si avvicina.
Così anche voi, che vedrete queste cose,
sappiate che è vicino il Figlio che si nascose.
In verità vi dico, non passerà generazione,
prima che queste cose abbiano attuazione.
Il cielo e la terra un giorno passeranno,
ma le mie parole anche dopo dureranno.
Quanto poi al giorno in cui il mondo finirà,
nessuno lo conosce, solo il Padre rivelerà.
Non lo sanno gli angeli e neppure il Figlio,
ma siate sempre pronti, questo vi consiglio".




CRISTO RE (Gv 18, 33-37)

Pilato dal pretorio fece chiamare Gesù:
"Il re dei Giudei, ha detto che sei tu?"
Allora Gesù rispose al romano governatore:
"Sono parole tue o di un altro suggeritore?"
Pilato rispose: "Sono forse io Giudeo?
E' la tua gente che ti accusa, sappilo Galileo;
i sommi sacerdoti ti hanno a me consegnato,
e vorrei proprio sapere cosa hai combinato".
Rispose Gesù: "Il mio regno è altrove,
non è in questo mondo e te ne dò le prove:
se il mio regno fosse qui dove tu vivi,
sarei stato difeso dai miei servi protettivi,
avrebbero combattuto e numerosi, oltrepiù,
ma come ti dico, il mio regno non è quaggiù".
Allora Pilato chiese: "Dunque tu sei re?"
Rispose Gesù: "Hai detto bene, è come dici te.
Per questo sono nato e sono venuto al mondo,
per dare testimonianza alla verità fino in fondo".


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