Parrocchia di Venera


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ANNO A

DAL VANGELO



1^ DOMENICA AVVENTO
(Mt 24, 37-44)

La venuta del Figlio dell'uomo per tutti sarà
come ai tempi di Noè, cioè sorpresa darà.
Infatti nei giorni precedenti il grande diluvio,
nessuno si aspettava quel tremendo pluvio;
tutti vivevano e si sposavano come sempre,
finchè quanto avvisato accadde veramente.
Allora Noè entrò nell'arca della salvezza,
gli altri lo ignorarono e fu la fine con tristezza.
Così verrà il Figlio dell'uomo come promesso,
e chiamerà quanti pronti per il suo ingresso:
allora ci saranno 2 uomini nel campo a lavorare,
uno pronto a partire, l'altro lasciato ad aspettare;
ci saranno 2 donne alla mola per macinare,
una sarà presa, l'altra lasciata a continuare.
Vigilate, perchè non sapete quando verrà il Signore,
nè i modi o i tempi, sarà un vero stupore.
Considerate che il padrone di casa resta a vegliare,
se conosce l'ora del ladro venuto a scassinare.
Così anche voi state pronti ogni giorno alla venuta,
perchè il Figlio dell'uomo verrà, nell'ora meno creduta.












2^ DOMENICA AVVENTO (Mt 3, 1-12)

In quei giorni comparve Giovanni il Battista
che nel deserto predicava una grande conquista:
"Convertitevi per essere pienamente degni
del regno dei cieli e dei suoi grandi segni".
Egli era quello annunciato da Isaia profeta,
una voce che nel deserto grida inquieta:
"Preparate subito la via al Signore,
raddrizzate ogni sentiero, in suo onore".
Giovanni era vestito con peli di cammello,
il mangiare era povero, da eremita modello.
Da lui accorrevano tutte le genti di Giudea,
e al Giordano sentivano la sua idea;
poi confessavano ognuno i propri peccati
e con l'acqua del battesimo venivano toccati.
Vedendo tra la gente anche farisei ed increduli,
accusava l'ipocrisia di quei falsi emuli,
dicendo: "Razza di vipere, state bene attenti,
che sfuggire al castigo è nei vostri intenti,
ma se non farete frutti di conversione,
sarà del tutto inutile la vostra intenzione;
neppure potete dire: Siamo figli di Abramo,
perchè Dio può trarre figli dai sassi che vediamo.
Già la scure del giudizio è posta alla radice,
per tagliere l'albero senza frutto nè appendice,
e gettarlo nel fuoco per essere bruciato,
è un destino certo ed è già cominciato.
Dopo di me viene un altro più potente,
che io non son degno di toccare servilmente.
Io vi battezzo con l'acqua per la conversione,
ma colui che viene avrà un'altra missione.
Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco,
farà giustizia vera, quella che io invoco.
Egli ha in mano il setaccio per separare
il grano e la gramigna che frutto non può dare.
Il grano e il buon frutto sarà raccolto nel granaio,
mentre l'erba sarà bruciata, come fa il fornaio".





3^ DOMENICA AVVENTO (Mt 11, 2-11)

Giovanni si trovava incarcerato in prigione,
quando sentì parlare di Cristo con passione.
Allora mandò i discepoli a fargli una richiesta:
"Sei tu quello atteso o un altro si appresta?".
A quella domanda Gesù rispose per tutti:
"Riferite a Giovanni ciò che vedete come frutti:
i ciechi tornano a vedere e gli storpi a camminare,
i lebbrosi sono guariti e i sordi possono ascoltare,
i morti resuscitano e ai poveri è dato sperare,
beato chi di me non si fa scandalizzare".
Mentre quei discepoli da Giovanni ritornavano,
Gesù parlò di lui alle folle che ascoltavano:
"Cosa siete andati a vedere tutti nel deserto?
Un uomo di morbide e ricche vesti coperto?
Ma tali uomini si trovano nei palazzi reali,
mentre in solitudine vivono gli uomini spirituali.
Allora cercavate le parole di un profeta?
Certamente lui lo è, e il suo spirito molti inquieta.
Ma ben più di un profeta, egli è il predetto,
il messaggero che prepara la via al Benedetto.
Nessuno tra gli uomini è più grande di Giovanni,
ma è grande davanti a Dio ogni piccolo di anni.





4^ DOMENICA AVVENTO (Mt 1, 18-24)

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo,
da tutti atteso, ma lo stesso imprevisto:
sua madre Maria, promessa sposa a Giuseppe,
prima di vivere insieme, della sua nascita seppe;
si trovò incinta per opera dello Spirito Santo,
e la cosa era strana, non avendo uomo accanto.
Giuseppe era giusto e accusarla non voleva,
piuttosto di un processo, il segreto manteneva.
Mentre ancora pensava cos'era per lei migliore,
un angelo gli apparve in sogno con un bagliore,
gli disse di non temere di prendere Maria con sè,
perchè quanto era in lei opera di Dio è,
il suo figlio viene infatti dallo Spirito Santo,
avrà nome Gesù, il Salvatore a tutti accanto.
Così si realizzano anche le parole del profeta,
che al popolo ha dato questa promessa lieta:
"La vergine concepirà e nascerà un figlio,
sarà Dio con noi" e l'uomo ne avrà consiglio.
Destatosi dal sonno Giuseppe fece proprio così,
come aveva detto l'angelo in quel sogno lì:
prese con sè la sua sposa da quel giorno,
e divennero una famiglia, come altre lì attorno.




SANTO NATALE
(Lc 2, 15-20)

Nato Gesù a Betlemme, in una mangiatoia,
dagli angeli fu annunciato con grandissima gioia.
I pastori che per primi udirono la bella notizia,
si affrettarono per vedere quanto detto con letizia.
Andarono e trovarono il bambino in una stalla,
poi tornarono alle greggi, coi loro averi in spalla.
E a quelli che incontravano, dicevano quanto visto
e quanto detto dall'angelo, sulla nascita di Cristo.
E quelli che udivano il racconto dei pastori,
si stupivano di ogni cosa detta dai narratori.
Maria serbava tutte queste cose nel suo cuore,
meditava dentro sè le parole del Signore.
Poi i pastori ritornarono al loro duro lavoro,
e per strada Dio lodavano, per il suo capolavoro.
Glorificavano il Signore per quanto udito e visto,
per ogni cosa avvenuta in quel luogo imprevisto.





SANTA FAMIGLIA (Mt 2, 13-15; 19-23)

Quando furono ripartiti i Magi da Betlemme,
tenendosi lontano dalla città di Gerusalemme,
un angelo apparve in sogno a Giuseppe,
così dei feroci piani di Erode, lui seppe.
Il malvagio re cercava il bambino appena nato,
già aveva ordinato perchè fosse assassinato.
Così la santa famiglia doveva andare in Egitto,
per salvare il bimbo da quell'atroce delitto.
Destatosi dal sonno, Giuseppe partì nella notte,
con Maria e il neonato, seguendo prudenti rotte.
In Egitto rimase fino alla morte di Erode,
come gli aveva indicato quell'angelo custode.
Così avveniva anche quanto detto dal Signore:
"Dall'Egitto ho chiamato il figlio del mio cuore".
Morto Erode, l'angelo riapparve in sogno,
perchè di stare in Egitto non c'era più bisogno.
Potevano tornare nel paese di Israele,
morti coloro che furono una minaccia crudele.
Ma evitò di andare nella regione di Giudea,
dove ancora grande il pericolo credea;
così si diresse verso la lontana Galilea,
dove maggior sicurezza, per loro egli vedea.
Andò ad abitare a Nazaret, un piccolo paese,
dove un lavoro e dimora, da allora egli prese.
Si adempiva così anche un'altra promessa:
"Nazareno sarà", il Messia che si appressa.




2^ DOMENICA DI NATALE (Gv 1, 1-18)

In principio di tutto era il Verbo di Dio,
che era presso di Lui, ed anch'esso Iddio.
In principio Lui era, presso la divina Maestà,
mentre con potenza, tutto il mondo Egli fa.
In Lui era la vita, che illumina gli uomini,
e che splende nelle tenebre, appena la si nomini.
La Luce venne, per illuminare tutto il mondo,
ma le tenebre non l'accolsero, nel loro profondo.
Venne un uomo di Dio, chiamato Giovanni,
a parlare con verità, e senza umani inganni.
Precedeva la Luce, per renderle testimonianza,
perchè tutti credessero, alla sua vicinanza.
Veniva nel mondo la Luce degli uomini,
perchè illumini i cuori e le passioni domini.
Venne nel mondo, che fu fatto per suo mezzo,
ma il mondo non capì, come non fosse avvezzo.
Venne tra la sua gente, ma non fu bene accolto,
ma ha dato un gran potere a chi gli dà ascolto:
il potere di diventare tutti figli del Dio vero,
basta credere al suo nome, e farlo davvero;
non da sangue, nè da volontà, questi arriveranno,
ma dallo Spirito di Dio, nuova vita essi avranno.
Il Verbo si fece carne, per abitare tra gli uomini,
mostrando la sua gloria, di Colui che tutto domini.
Giovanni gli ha dato una testimonianza vera,
dicendo "Mi passa avanti, Colui che da sempre era".
Dalla pienezza del suo Spirito noi tutti riceviamo
grazia e verità e ogni bene, che poi facciamo;
perchè la Legge che guida, a Mosè fu data,
ma la grazia che risana, da Gesù fu portata.
Dio nessuno lo ha mai veramente visto;
ma ce lo ha rivelato il Figlio suo, Gesù Cristo.






BATTESIMO DI GESU'
(Mt 3, 13-17)

Gesù, in quel tempo, dalla Galilea che abitava,
scese al Giordano, dove Giovanni battezzava.
Il Battista non voleva avere quell'onore,
di battezzare, coi peccatori, anche il suo Signore.
Ma Gesù gli disse che quello andava compiuto,
e il piano giusto di Dio si sarebbe adempiuto.
Allora Giovanni lo battezzò nell'acqua del fiume,
e subito dai cieli aperti, uscì una voce come lume:
<<Questi è il Figlio mio e me ne compiaccio>>,
e lui vide lo Spirito di Dio avvolgerlo in un abbraccio.






2^ TEMPO ORDINARIO
(Gv 1, 29-34)

Giovanni battezzava varia gente di spirito mondano,
quando vide Gesù venire da lui al fiume Giordano.
Allora disse alla gente: "Ecco viene l'Agnello di Dio,
colui che toglie il peccato del mondo e anche mio.
Di lui dissi che sarebbe venuto e molto presto,
passandomi avanti, perchè prima di me, del resto.
Quando ne parlavo ancora non lo conoscevo,
ma battezzando le genti, la sua venuta attendevo.
Ho visto su di lui venire lo Spirito come colomba,
posarsi e rimanere, mentre ero sulla sponda.
Era quello il segno che mi aveva indicato,
colui che a battezzare mi aveva chiamato.
Ha detto che quell'uomo battezza in Spirito Santo
e io ne dò testimonianza, come fosse un vanto.
Lo Spirito scendere su di lui, ho proprio visto io,
e rendo testimonianza che questi è il Figlio di Dio".





3^ TEMPO ORDINARIO (Mt 4, 12-23)

Saputo che Giovanni era stato arrestato,
dal Giordano, in Galilea, Gesù si era ritirato.
Lasciata Nazaret, a Cafarnao andò ad abitare,
nel territorio di Zabulon, vicino al piccolo mare.
Si adempiva così ciò che Isaia aveva profetato,
su quel territorio che da sempre era disperato:
"Dal paese di Neftali, Galilea delle genti,
al di là del Giordano, e dalle sue sorgenti,
il popolo perso nel buio ha visto una grande luce,
su chi dimorava nell'ombra, la verità ora riluce".
Da allora Gesù cominciò a predicare agli abitanti:
"Convertitevi, il Regno dei cieli è vicino a tutti quanti".
Mentre camminava sulla riva del lago di Galilea,
vide due pescatori: Simone e il fratello Andrea.
Stavano gettando le loro reti in quell'acqua,
che dava da mangiare e lo sporco poi risciacqua.
Disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di persone";
subito lo seguirono, lasciate le reti per una visione.
Più in là sulla riva, c'erano altri due fratelli pescatori,
che riassettavano le reti, col padre e altri lavoratori.
Chiamò anche loro e, lasciata la barca, lo seguirono:
Giacomo e Giovanni erano, quei due che partirono.
Gesù poi andò in tutta la Galilea e paesi attorno,
insegnava nelle sinagoghe, quando vi faceva ritorno.
Predicava a tutti quanti la buona notizia del Regno,
guariva malattie e infermità, nel popolo, come segno.





4^ TEMPO ORDINARIO (Mt 5, 1-12)

Vedendo molte folle, Gesù salì su una piccola altura,
poi sedutosi, si avvicinarono i discepoli, con premura.
Prese allora la parola e dall'alto del monte li ammaestrò:
<<Beati i poveri in Spirito, per loro il regno di Dio si fondò.
Beati gli afflitti, perchè saranno per sempre consolati,
ed i miti, che il mondo e la vita, avranno infine ereditati.
Beati quelli che hanno fame e sete della vera giustizia,
perchè Dio li accontenterà, insieme all'eterna letizia.
Beati i misericordiosi, perchè troveranno misericordia,
ed i puri di cuore, che vedranno Dio, in unione e concordia.
Beati gli operatori di pace, che saranno chiamati figli di Dio,
e i perseguitati per la giustizia, avranno il Regno fatto da Iddio.
Beati voi quando vi insulteranno e perseguiteranno come me
e, mentendo, diranno ogni male, senza guardare uomo o re.
Rallegratevi ed esultate come fosse per voi un bell'onore,
perchè grande è il vostro premio, nel Regno del Signore>>.






5^ TEMPO ORDINARIO (Mt 5, 13-16)

Voi siete il sale della terra, dovunque va mescolato
ma se perde il sapore, con che cosa verrà salato?
Non può servire più a nulla e a terra sarà gettato,
divenuto come i sassi, e dagli uomini calpestato.
Voi siete la luce del mondo, accesa per gli uomini,
non si nasconde, come una città che alta domini.
Non si accende una luce per posarla sotto il letto,
ma per illuminare la casa, nel lucerniere la metto.
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini,
vedano in voi l'amore ed il bene predomini,
così renderanno gloria al Padre vostro nei cieli,
riconoscendo la luce divina presente nei suoi fedeli.





6^ TEMPO ORDINARIO (Mt 5, 17-37)

Non pensate sia venuto ad abolire la Legge antica,
che io vengo a compiere e capirlo vi costa fatica.
Passerà cielo e terra e della Legge tutto sarà compiuto,
di quanto detto, ogni piccola parola verrà adempiuto.
Chi trasgredirà i comandi divini, anche se molto piccoli,
sarà minimo nel regno dei cieli ed entrerà nei pericoli.
Chi invece li osserverà e insegnerà a fare altrettanto,
sarà considerato grande e la sua giustizia sarà vanto.
Fu detto agli antichi: "Non uccidere" e "Non ferire",
ma io vi dico di non odiare, nè rabbia o rancore nutrire.
E se tuo fratello ha qualcosa contro te, da rimproverarti,
prima di offrire doni all'altare, va da lui a riconciliarti.
Se poi il tuo avversario ti incontra lungo la strada,
accordati con lui, prima che dal giudice egli vada.
Fu detto agli antichi: "Non commettere adulterio",
ma pecca nel suo cuore anche chi guarda con desiderio.
Se il tuo occhio o mano ti è occasione di peccato,
è meglio per te perderlo, che avere la vita rovinato.
Fu poi detto dagli antichi come ripudiare la propria moglie,
ma io vi dico che il ripudio, all'adulterio porta e non toglie.
E fu detto anche di onorare e adempiere i giuramenti,
ma io vi dico di non giurare affatto sui vostri argomenti.
Nè sul cielo nè sulla terra, che solo a Dio appartengono,
e neppure sul tuo capo, che da soli i capelli scendono.
Sia invece il tuo parlare semplicemente "si, si" o "no, no",
perchè basta la verità, invece altro sempre al male portò.





7^ TEMPO ORDINARIO (Mt 5, 38-48)

Fu detto in passato: "Occhio per occhio, dente per dente",
ma io ti dico di non reagire, anche se sembrerai perdente.
E se uno pretende la tua tunica o di fare il tuo cammino,
tu dagli in sovrappiù il mantello e accompagnalo da vicino.
Da' a chi domanda e abbisogna del tuo aiuto,
senza volgere le spalle e rispondere con un rifiuto.
Fu poi detto: "Amerai il prossimo e odierai il nemico",
ma io vi dico di pregare, perchè lui diventi un amico.
Sarete così veri figli e imitatori del Padre vostro celeste,
che fa splendere il sole sopra malvagi e persone oneste,
poi fa piovere e rinfresca sia i giusti che gli ingiusti,
dona il tempo di cambiare e che tutto si aggiusti.
E' infatti semplice amare quelli che ci donano amore,
che è capace di farlo anche un malvagio peccatore.
E donare il saluto solo ai fratelli o amici cari,
non è certo un gesto tra i più straordinari.
Siate dunque perfetti come il Padre vostro celeste,
amando e aiutando anche le persone più moleste.





8^ TEMPO ORDINARIO (Mt 6, 24-34)

Nessuno può servire due padroni allo stesso momento,
perchè uno dei due avrà il maggior suo gradimento:
o il primo sarà odiato e il secondo invece amato,
o viceversa il primo preferito e il secondo aborrito.
Perciò non potete servire Dio e anche la ricchezza,
questo vi dico perchè abbiate in voi avvedutezza.
E poi non affannatevi per la vita di ogni giorno,
di cosa mangerete o berrete a mezzogiorno,
e neanche di come il vostro corpo sarà curato,
o di quale vestito andrà domani indossato.
Perchè la vita vale più del mangiare quotidiano
ed il corpo più del vestito, che sia porpora o ciano.
Guardate gli uccelli che volano liberi in cielo:
non seminano o mietono, nè ammassano per il gelo;
eppure il Padre vostro celeste li nutre e li cura
e voi che contate di più, forse Egli vi trascura?
E chi di voi se briga e si dà un gran daffare,
può la sua vita anche di pochi giorni allungare?
E perchè vi affannate per la veste che indossate?
Guardate i gigli del campo, senza sete ammassate;
neppure Salomone con la sua gloria e splendore,
vestiva come loro, con bellezza e candore.
E se Dio veste così l'erba cresciuta nel campo,
che oggi c'è e domani sparisce in un lampo,
non farà assai di più per voi, che gli siete cari,
gente di poca fede e incredulità senza pari?
Non affannatevi, dunque, ripetendo senza sosta:
cosa mangeremo? Come copriremo la pelle esposta?
Di queste cose si preoccupa chi è senza fede in Dio,
perchè sa che ne abbisognate, il Padre vostro e mio.
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia,
tutto il resto vi sarà dato, in aggiunta e con letizia.
Non affannatevi per il domani, se porterà future pene,
ma guardate al presente, che già l'oggi vi appartiene.





1^ DOMENICA QUARESIMA (Mt 4, 1-11)

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto,
messo alla prova dal tentatore più esperto.
Dopo 40 giorni di digiuno, sentiva i morsi della fame,
e il diavolo gli propose il facile miracolo del pane:
"Trasforma i sassi in pane, se sei Figlio di Dio,
e alla pena del mangiare, potrai così dire addio".
Ma Gesù gli ricordò: "Non basta il pane per vivere,
ma ogni parola di Dio, che da sola fa rivivere".
Allora il diavolo lo portò fino alla grande città santa,
sul pinnacolo che, dall'alto, la domina tutta quanta.
Gli disse di buttarsi, per realizzare la scrittura:
"Gli angeli ti sorreggeranno, contro i sassi addirittura".
Gesù gli disse: "Sta scritto anche: il tuo Dio non tentare,
perchè la parola sacra non è mai da banalizzare.
Infine il diavolo lo portò sopra un monte altissimo,
per mostrargli i regni e la gloria di chi è potentissimo.
Gli disse: "Ti darò tutto questo, se mi adorerai,
se come tanti uomini, davanti a me ti prostrerai".
Ma Gesù gli rispose: "Vattene, Satana, per la tua strada,
sta scritto di adorare solo Dio, in ogni paese e contrada".
Allora il diavolo lo lasciò nel deserto da solo,
e vennero gli angeli a servirlo, in quell'arido suolo.





2^ DOMENICA QUARESIMA (Mt 17, 1-9)

In cammino verso Gerusalemme, per la sua passione,
un giorno Gesù mostrò la gloria della trasfigurazione.
Portò Pietro, Giovanni e Giacomo su un alto monte,
per mostrargli chiaramonte il suo vero orizzonte.
Davanti a loro il suo volto brillò, come sole accecante,
e le vesti sbiancarono, sembravano luce illuminante.
Apparvero Mosè ed Elia, che con lui conversavano,
mentre quei tre apostoli, meravigliati guardavano.
Pietro allora gli disse: "Maestro, è bello stare qui,
potrei fare 3 tende per voi, per restare notte e dì".
Mentre parlava si vide avvolto da una nube luminosa,
che coprì tutti quanti, con la sua ombra misteriosa.
E dalla nube uscì una voce che diceva chiaramente:
"Questi è il figlio mio diletto, ascoltatelo prontamente".
All'udire la voce, i discepoli caddero a terra impauriti,
tenevano la faccia nascosta, i loro cuori erano impietriti.
Ma il Signore si avvicinò e gli disse: "Non temete, alzatevi"
e non videro più nessuno, solo loro e Gesù, immaginatevi.
Poi scesero dal monte e sulla strada ai tre apostoli ordinò:
"Non parlate ancora di questa visione, finchè risorto sarò".





3^ DOMENICA QUARESIMA (Gv 4, 5-42)

Andato Gesù in Samaria, stava Sicar per attraversare,
quando al pozzo di Giacobbe si fermò stanco a riposare.
Era circa mezzogiorno e il sole alto fiammeggiava,
mentre il gruppo di discepoli, da mangiare cercava.
Arrivò al pozzo una donna, per attingere acqua da bere
e il Signore gliene chiese, mentre stava lì a sedere.
La Samaritana restò stupita, perchè un giudeo le parlava,
visto che tra i loro due popoli, solo rancore circolava.
Gesù le disse: "Tu stessa, mi avresti chiesto acqua viva,
se conoscessi me e il dono di Dio, che la vita ravviva".
Ma la donna non capiva come poteva l'acqua attingere,
non avendo alcun mezzo, in quel pozzo, da intingere.
Gesù le rispose: "Chi beve quest'acqua avrà ancora sete,
ma con l'acqua che io do', vita eterna in voi avrete".
Allora la donna chiese di avere quell'acqua nuova,
che tolga la sete e la fatica di attingere rimuova.
Gesù le chiese di chiamare il marito e poi tornare,
ma lei rispose di non avere uno sposo da portare.
Allora Gesù disse che ciò era effettivamente vero,
avendo lei avuto 5 mariti e ora un altro uomo, davvero.
Sentendo questo, la donna lo riconobbe come profeta
e gli fece una domanda che il suo popolo molto inquieta:
"E' su questo monte che noi possiamo Dio adorare,
anche se i Giudei hanno una città santa dove pregare?"
Ma il Signore le rispose: "Voi adorate senza conoscere,
mentre ai Giudei la salvezza di Dio è dato riconoscere,
ma è giunto il momento di adorare in spirito e verità,
perchè Dio è spirito e cerca tali adoratori, in realtà".
Allora la donna gli disse che ogni cosa sarà svelata,
dal Messia atteso, che anche a loro l'avrebbe rivelata.
E Gesù le annunciò: "Sono io che ti parlo, il Cristo",
mentre i discepoli stupivano di quell'incontro imprevisto.
La donna allora tornò in città a chiamare la sua gente,
perchè venissero al pozzo, ad ascoltarlo direttamente.
Diceva: "E' un uomo che mi ha detto ciò che ho fatto",
e uscirono a vedere, se era lui il Messia annunciato.
Intanto i discepoli, che avevano portato da mangiare,
restarono stupiti che non ne volesse neppure assaggiare,
dicendo di avere un cibo a loro ancora sconosciuto:
compiere la volontà del Padre e quanto gli sarebbe piaciuto.
Poi aggiunse: "Guardate i campi vicini alla mietitura,
seminati un giorno, in vista del frutto per la vita futura,
anche nel vostro operare accade alla stessa maniera,
perchè voi raccogliete e altri piantarono, in una vita intera".
Quando i Samaritani di quel paese lo incontrarono,
a fermarsi nelle loro case per ben 2 giorni lo invitarono.
E se molti avevano creduto a colei che li aveva chiamati,
molti più credettero a Gesù, sentendosi nel cuore colmati.
Dissero infatti alla donna: "Non è più per te che crediamo,
ma perchè noi stessi abbiamo udito e ora chiaro vediamo,
che quest'uomo è veramente il Salvatore del mondo,
l'abbiamo incontrato e riconosciuto nel profondo".




4^ DOMENICA QUARESIMA (Gv 9, 1-41)

Gesù a Gerusalemme vide un uomo cieco dalla nascita,
che negli apostoli subito una domanda suscita:
"Perchè lui fosse cieco chi sono i debitori,
il peccato suo oppure quello dei genitori?"
Ma Gesù disse che quella cecità non era dal peccato,
ma perchè in lui il progetto di Dio sia manifestato.
Le opere di Dio si manifestano alla luce del giorno,
e finchè è nel mondo, il Signore porta luce attorno.
Detto questo sputò a terra, fece del fango con la saliva,
poi lo mise sugli occhi ciechi e sembrava che glieli puliva.
Invece mandò l'uomo a lavarsi nella piscina "dell'inviato"
ed il cieco, obbediente, si lavò poi ci vide: era sanato.
La gente attorno era stupita e quasi non ci credeva,
non è lo stesso mendicante cieco, qualcuno diceva.
Ma siccome lui insisteva che prima era tutto cieco,
gli chiesero com'era guarito, e lo guardavano di sbieco.
Poi lo portarono dai farisei, perchè di sabato si era lavato
e non era per loro lecito, anche se era stato sanato.
I saggi lo interrogarono, ma c'era tra loro dissenso:
per alcuni Gesù peccava, per altri era un prodigio immenso.
Interrogarono anche il cieco e per lui Gesù era un profeta,
ma loro non volevano credere a un mendicante analfabeta.
Chiamarono anche i genitori di quell'uomo che ora vedeva,
per sapere se era nato cieco, come lui sicuro sosteneva.
I genitori confermarono che quel figlio era non vedente,
ma nulla sapevano, della sua guarigione sorprendente.
Avevano infatti paura di essere espulsi dalla comunità,
se si mettevano a contraddire tutte quelle autorità.
Allora interrogarono di nuovo quello che era cieco nato,
perchè dicesse chiaramente che Gesù aveva peccato,
ma quello vedeva soltanto la sua bella guarigione
e la riteneva in tutto una grande benedizione.
E di fronte ad una tale loro continua insistenza
chiese se volevano seguire Gesù e la sua sapienza,
ma quelli lo insultarono, erano anche molto adirati,
perchè solo da Mosè avevano i loro precetti venerati.
E la legge di Mosè sapevano da tempo che era divina,
mentre l'opera di Gesù non rispettava alcuna dottrina.
Allora l'uomo ribattè, con naturale semplicità,
che una guarigione miracolosa, solo Dio la fà.
E siccome Dio non esaudisce chi opera nel peccato,
solo uno che fa il suo volere, può averlo miracolato.
E che Gesù viene da Dio è questa la sicura prova,
perchè i gesti di peccato, il cielo certo non approva.
Ma quelli non accettarono le parole di spiegazione,
da uno nato nel peccato, per legge e definizione.
Così lo cacciarono fuori, quel testardo mendicante,
che senza alcuno studio, si era fatto loro insegnante.
Quando Gesù seppe che lo avevano allontanato,
lo fece chiamare, chè di nuovo lo avrebbe incontrato.
Gli domandò: "Nel Figlio dell'uomo, tu credi adesso?"
E l'uomo chiese: "Chi è, così la fede in lui professo?"
Appena Gesù gli disse di essere lui, che stava parlando,
l'uomo gli si prostrò dinanzi, la sua fede dichiarando.
Il Signore disse di essere venuto per giudicare
e gli occhi dei non vedenti, aprire ed illuminare,
invece chi crede di vedere, gettare nell'oscurità
e i farisei capirono che parlava di loro, in verità.
Così, risentiti, chiesero se erano loro i non vedenti
e Gesù rispose, a loro e a tutti gli altri credenti:
"Se foste ciechi, non avreste colpa o peccato,
ma dicendo di vedere, l'errore vi rimane attaccato".





5^ DOMENICA QUARESIMA (Gv 11, 1-45)

Nel paese di Betania un certo Lazzaro era malato,
era fratello di Marta e Maria, quella che Gesù aveva lodato,
quando con olio prezioso capo e piedi gli aveva cosparso,
e asciugato con i capelli, che a terra lei aveva sparso.
Le sorelle gli fecero sapere: "Signore, il tuo amico è malato",
e Gesù rispose: "Con questa malattia, Dio sarà glorificato".
Gesù voleva molto bene a Lazzaro e alle sue sorelle,
e dopo due giorni partì, per raggiungere questo e quelle.
Ma Betania era in Giudea, dove volevano Gesù lapidare,
e allora i discepoli gli chiesero: "Proprio lì, vuoi andare?".
E Gesù rispose che in un giorno ci sono 12 ore di chiaro,
nella luce si cammina tranquilli, nel buio invece verrà l'amaro.
E siccome l'amico Lazzaro si era appena addormentato,
Gesù doveva andare a Betania, così l'avrebbe risvegliato.
I discepoli pensavano che parlasse del sonno normale,
così gli dissero: "Se dorme, guarirà anche dal suo male".
Allora Gesù, perchè capissero, disse loro apertamente:
"Lazzaro è morto, e per voi sarà presto evidente;
ma io sono contento di non essere stato là con loro,
così crederete, vedendo di Dio questo nuovo capolavoro".
Allora Tommaso, chiamato "gemello", disse a tutti gli altri:
"Forza, andiamo con lui, a morire anche noialtri".
Arrivati a Betania, Lazzaro era già morto da 4 giorni
e molti erano venuti a consolare le sorelle, dai dintorni.
Mentre Maria stava in casa, Marta corse incontro a Gesù,
sicura che tutto poteva, per suo fratello che non c'era più.
Gesù le disse che suo fratello sarebbe sicuramente risorto
e lei confermò di crederci, alla resurrezione di ogni morto.
Ma Gesù le disse: "Io sono la resurrezione e la vita,
chi crede in me, anche se muore, avrà vita infinita.
Chi vive e crede in me non morirà in eterno",
e le chiese se lo credeva, in quel giorno di dolore fraterno.
Marta rispose: "Si, Signore, credo che tu sei il Cristo,
il Figlio di Dio che deve venire, come è stato previsto".
Poi andò a chiamare la sorella Maria di nascosto,
dicendole che Gesù era lì e la chiamava da quel posto.
Allora anche lei si alzò in fretta e lo raggiunse,
fuori dal villaggio, dove anche la gente poi giunse.
Amici e parenti che erano lì per consolare le sorelle,
le seguirono, per poi recarsi al sepolcro con quelle.
Quando Maria incontrò Gesù, si gettò ai suoi piedi,
poi disse: "Signore, non sarebbe morto, se tu c'eri".
Quando Gesù vide Maria e tutti gli altri piangere,
si commosse e turbò, era grande il dolore da infrangere.
Allora chiese dove l'amico Lazzaro avevano deposto
e loro risposero: "Vieni, e vedrai qui vicino il suo posto".
A quelle parole Gesù scoppiò in pianto commosso,
poi andò verso il sepolcro, come gli altri ancora scosso.
Qualcuno, vistolo piangere, disse: "Vedi come lo amava",
ma altri: "Ha guarito il cieco, l'amico invece non salvava".
Intanto giunsero presso la tomba chiusa da una pietra,
che Gesù ordinò di togliere, parlando a quella gente tetra.
Marta, spirito pratico, disse che il morto già puzzava,
ma Gesù le ricordò che la gloria di Dio lui portava.
Tolsero la pietra e Gesù alzò gli occhi per ringraziare
la grandezza del Padre, che lui era venuto a rivelare.
Detto questo gridò a gran voce: "Lazzaro vieni fuori"
e il morto uscì dal buco, facendo battere molti cuori.
Gesù disse: "Scioglietelo e lasciatelo andare a casa",
era ancora avvolto in bende, e la gente da paura invasa.
Molti Giudei, visto quanto fatto, credettero in Gesù,
ma da quel giorno, volevano ucciderlo ancora di più.






DOMENICA DELLE PALME
(Mt 21, 1-11)

Vicini a Gerusalemme, verso il monte degli ulivi,
Gesù mandò due discepoli a fare alcuni preparativi:
andare nel villaggio vicino, a prendere un'asina legata,
con il suo puledro, perchè fosse dal Signore usata.
Così si adempiva anche la parola del profeta:
"Il tuo re viene mite, seduto su un'asina mansueta".
I discepoli lo fecero, trovando l'asina in un podere,
la coprirono con mantelli, e Gesù vi si pose a sedere.
La folla numerosa stendeva mantelli e palme sulla via,
come un corteo di nozze, con lo sposo che si avvia.
La gente attorno gridava: "Osanna nell'alto dei cieli,
benedetto tu, figlio di Davide, che dal Signore vieni".
Ed entrato a Gerusalemme, la città era in agitazione,
si chiedeva per chi era, una così grande esaltazione.
E la folla rispondeva: "Per Gesù, che è profeta,
viene da Nazaret di Galilea", questa è la parola lieta.






FESTA DI PASQUA (Mt 28, 1-10)

Passato il sabato, era l'alba del primo giorno dopo,
le donne andarono al sepolcro, visitarlo era lo scopo.
Ed ecco, come un terremoto, un angelo sceso dal cielo,
rotolò la pietra e vi si sedette, leggero come un velo.
D'aspetto sembrava folgore, con la veste come neve,
e le guardie erano tramortite, piene di paura greve.
Alle domande l'angelo disse: "Non abbiate in voi paura.
Voi cercate Gesù crocefisso, non è più in questa fessura.
E' risorto, come aveva egli stesso detto e annunciato,
venive a vedere, che è vuoto, dove era stato lasciato.
Ditelo presto ai suoi discepoli, che stanno ad aspettare,
in Galilea vi precede, Gesù risorto da incontrare".
Abbandonato il sepolcro, con timore e gioia grande,
dai discepoli corsero, senza poter fare domande.
Ed ecco Gesù, venire incontro alle donne, poi salutare,
mentre loro gli cinsero i piedi, per toccarlo ed adorare.
Poi gli confermò quanto l'angelo aveva prima detto:
"Non temete, e dite ai fratelli, che in Galilea li aspetto".




2^ DOMENICA DI PASQUA (Gv 20, 19-31)

La sera del giorno di Pasqua, il primo di Gesù risorto,
il Signore andò dai discepoli, che erano nello sconforto.
Gli portò la gioia di vederlo e la pace del Padre celeste,
insieme al dono dello Spirito, che di nuova vita li riveste.
Tommaso, uno dei dodici, non era con loro quel giorno,
e non credeva agli altri, senza vedere prove attorno.
Ma otto giorni dopo, Gesù ritornò allo stesso modo,
dicendo a Tommaso incredulo: "Tocca il segno del chiodo".
Non ci fu bisogno di altro, per Tommaso che ora credeva,
a Gesù, Signore Iddio, che anche la morte vinceva.
Ma Gesù lodò quel giorno ogni discepolo e credente,
che, senza vedere, avrebbe avuto una fede ardente,
una fede certa e sicura nel nome del Signore Gesù,
perchè è questo che dona vita, e speranza per di più.





3^ DOMENICA DI PASQUA (Lc 24, 13-35)

Nel giorno di Pasqua due discepoli erano in cammino,
da Gerusalemme ad Emmaus, un paese lì vicino.
Mentre andavano discutendo di quanto era accaduto,
Gesù si accostò loro, ma non lo avevano riconosciuto.
Allora chiese di che discorsi stavano parlando
e loro tristi cominciarono, dall'inizio raccontando,
a quel forestiero che, sembrava nulla sapere,
di Gesù Nazareno, e di quanto aveva fatto vedere.
Che era stato grande profeta, in opere e parole,
davanti a Dio e al popolo, chiaro come il sole.
Ma i sommi sacerdoti e tutte le altre autorità
lo avevano messo a morte, crocifisso in verità.
Ed era lui che si sperava liberasse Israele,
condannato 3 giorni prima in modo così crudele.
Ma proprio quel mattino, andate dov'era sepolto,
delle donne hanno trovato, il masso capovolto,
parlando anche di angeli comparsi in visione,
dicendo che Gesù è vivo, non era un'illusione.
E alcuni discepoli andati, a guardare anche loro,
hanno trovato la tomba, come detto da costoro,
ma Gesù Nazareno non l'hanno proprio visto,
e ancora turba tutti, quest'ultimo imprevisto.
Allora disse loro: "Stolti, e ancora tardi di cuore,
a non credere ai profeti e all'annuncio dell'amore.
Non doveva il Cristo sopportare questo dolore,
per entrare nella gloria, come vero Salvatore?"
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti,
spiegò le scritture che lo annunciavano in molti detti.
Quando furono vicini al villaggio dove andavano,
egli stava per proseguire, mentre loro si fermavano.
Allora insistettero: "Resta con noi, perchè si fa sera",
ed egli entrò, per stare con loro la notte intera.
Quando fu a tavola, prese il pane, lo benedisse,
o spezzò e diede loro, come prima che morisse.
Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero,
ma subito sparì dalla vista e altro lì non conobbero.
Si dissero l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore,
mentre ci accompagnava, come semplice visitatore?
E mentre parlava con noi, lungo tutto il cammino,
spiegandoci le scritture, come fossimo un bambino?"
E tornarono a Gerusalemme, subito quella sera,
trovando gli altri discepoli, la prima comunità intera.
Anche loro dicevano: "Il Signore è risorto davvero,
è apparso a Simone, gli ha parlato com'è vero".
Allora i due di Emmaus riferirono agli altri l'accaduto,
che per strada avevano Gesù, incontrato e veduto,
che aveva spiegato loro le scritture dei profeti,
spezzato il pane, e riscaldato i loro cuori inquieti.




4^ DOMENICA DI PASQUA
(Gv 10, 1-10)

Un giorno Gesù spiegò ai discepoli in ascolto:
"Il pastore delle pecore entra dalla porta ed è accolto;
un ladro e brigante entra invece da un'altra parte,
le ruba e mette in pericolo, poi ne ne diparte.
Il pastore entra, nel recinto, dalla porta aperta,
chiama le pecore per nome e conduce quella incerta.
Le pecore ascoltano la sua voce, e seguono da vicino,
perchè lo riconoscono, e lui le guida nel cammino.
Un estraneo invece non lo seguono, allo stesso modo,
non riconoscono la sua voce, e fuggiranno oltremodo".
Gesù parlò agli apostoli, di questa vera somiglianza,
che però non capirono, di quanto detto, l'importanza.
Allora lui spiegò, ancor più chiaro e apertamente:
"Io sono la porta delle pecore, che guido fedelmente;
quelli venuti prima di me erano solo ladri e briganti,
le pecore non li hanno accolti e sono rimaste distanti.
Io invece sono la porta, che conduce alla salvezza,
chi entra attraverso me troverà la sua pienezza.
Il ladro viene solo per uccidere e rubare tutto,
io invece per dare vita, e in abbondanza oltretutto".





5^ DOMENICA DI PASQUA (Gv 14, 1-12)

La sera dell'ultima cena, prima di lasciare gli amici,
Gesù li vuole rassicurare, perchè siano sempre felici.
Gli dice: "Non si turbi, da quanto viene, il vostro cuore,
in Dio e in me abbiate fede, sempre sicuri nell'amore.
Nella casa del Padre mio ci sono molti posti preparati,
lo dico a voi e a tutti, perchè ne siate rassicurati.
Ora vado al Padre mio, per preparare un posto a voi,
poi tornerò a prendervi, perchè siate insieme a noi.
E del posto dove vado, voi conoscete la via sicura,
quella che sempre era e per sempre poi dura.
Gli dice Tommaso: "Se non sappiamo dove vai,
come troveremo la strada, che tu dici e sai?".
Allora Gesù gli dice: "Io sono la via, verità e vita,
chi cerca il Padre, in me è la sua domanda esaudita.
Se conoscete me, conoscerete anche il Padre celeste,
fin d'ora l'avete visto, e saputo cose neppure chieste.
Gli dice Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta",
e gli risponde Gesù: "In me è il Padre, che tutto sovrasta.
Da tanto tempo sono con voi, ancora non mi conoscete?
Chi vede me, vede il Padre, voi non ve ne accorgete?
Come puoi dire: "Mostraci il Padre e vi avremo accesso",
non credi che sono nel Padre e il Padre in me, qui adesso?
Le parole che io vi dico, non le dico da me solamente,
ma il Padre in me, compie le sue opere meravigliosamente.
Credetemi: io sono nel Padre e il Padre in me, veramente!
Se non altro, credetelo per le opere, fatte mirabilmente.
In verità vi dico: Chi crede in me, farà lui pure grandi cose,
come quelle che ho fatto io, o addirittura più gloriose,
perchè adesso vado al Padre, da dove ero e sono venuto,
e ciò che chiederete nel mio nome, l'avrete subito ottenuto".




6^ DOMENICA DI PASQUA (Gv 14, 15-21)

Dice Gesù ai suoi discepoli: "Se mi amate veramente,
osserverete i miei comandi, ogni giorno e gioiosamente.
Io pregherò il Padre che vi darà un altro Consolatore,
starà sempre con voi, a guidare ogni vero adoratore:
è lo Spirito di verità, che il mondo non può vedere,
così non lo riconosce, nè lo può ricevere e possedere.
Voi invece lo conoscete, lo Spirito di verità e pace,
dimora presso di voi, e sarà in voi sempre verace.
Io non vi lascio orfani, tornerò da voi molto presto,
ma il mondo non mi vedrà più, come ha già richiesto.
Voi invece mi vedrete, perchè io vivo e voi vivrete,
voi in me ed io in voi, che sono nel Padre saprete.
Chi accoglie i miei comandi e li osserva, questi mi ama,
e sarà amato dal Padre mio, che all'amore eterno chiama.
Chi mi ama, anch'io lo amerò, come ho amato voi,
a lui mi manifesterò, e staremo come adesso noi".





ASCENSIONE DEL SIGNORE (Mt 28, 16-20)

Gli undici discepoli andarono in Galilea, com'era stato indicato,
dall'angelo dopo Pasqua, sul monte che Gesù aveva fissato.
Quando lo videro, gli si prostarono dinanzi come adoratori,
ma alcuni ancora dubitavano, rimanendo lì, come spettatori.
Allora Gesù gli si avvicinò, e disse a loro e a tutti quanti:
"Mi è stato dato ogni potere, in cielo, terra e regni più distanti.
Andate, dunque, e fate discepoli tutti i popoli, lontani o accanto,
battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Insegnate loro a osservare ciò che vi ho detto e nel profondo.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".




FESTA DI PENTECOSTE (At 2, 1-11)

Il giorno di Pentecoste, tutti riuniti nello stesso luogo,
i discepoli erano insieme, come legati da un forte giogo.
Venne all'improvviso, dal cielo, un forte rombo,
come di vento, che scuote e travolge con rimbombo.
Quel suono riempì tutta la casa dove si trovavano
e apparvero lingue di fuoco, che su loro si posavano.
Allora furono pieni di Spirito Santo, spirito di fuoco,
e cominciarono a parlare altre lingue, chi tanto, chi poco.
C'era, quel giorno, a Gerusalemme, gente di ogni nazione,
che all'udire quel rumore, si radunò con grande agitazione,
poi rimasero tutti sbigottiti e grandemente sorpresi,
perchè ognuno li sentiva parlare la lingua dei loro paesi.
Erano sbalorditi e dicevano tra loro con stupore:
"Non sono tutti Galilei, questi che parlano con ardore?
Allora, com'è possibile, che ognuno e senza fatica,
li senta parlare nella sua lingua, domestica o antica?
Siamo Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Giudea,
veniamo dal Ponto, dall'Asia, dalla Frigia e dalla Perea,
ci sono quelli venuti dalla Libia, dall'Egitto e pure da Roma,
Cretesi e Arabi, e ognuno li sente parlare il proprio idioma.
Oggi a Gerusalemme, per questa festa, siamo qui riuniti,
noi Ebrei da sempre, insieme a pagani appena convertiti.
E li sentiamo annunciare, ognuno nella lingua che conosce,
le grandi opere di Dio e la gioia di chi lo riconosce".





SANTISSIMA TRINITA' (Gv 3, 16-18)

Dio ha tanto amato il mondo da lui creato,
da dare il Figlio unigenito, perchè sia salvato.
Perchè chi crede in Lui abbia la vita eterna,
che toglie dal peccato e da ogni morte interna.
Dio non ha mandato il Figlio per giudicare il mondo,
ma perchè attraverso Lui, si salvi nel profondo.
E chi crede in Lui non è condannato a perdersi,
ma è già condannato chi non vuole ricredersi,
perchè non credendo nel nome del Figlio di Dio,
non crede neppure alla Parola del Signore Iddio.




CORPUS DOMINI (Deut 8, 2-3 / 14-16)

Usciti dal deserto e vicini alla terra promessa,
Mosè parlò al popolo, non sempre di fede indefessa.
Gli disse: "Ricordati del cammino di questi 40 anni,
guidati dal Signore in mezzo a prove ed affanni,
tra umiliazioni, cadute, dubbi e resistenze,
per vedere se nel cuore c'era fedeltà o reticenze,
per scoprire se osservavi i suoi comandamenti,
o preferito, invece, altri mondani insegnamenti.
Per questo ti ha umiliato e fatto provare la fame,
poi nutrito con manna sconosciuta in ogni reame,
per farti capire che l'uomo non vive solo di pane,
ma della Parola del Signore, che lui dona e rimane.
Stai attento che non si inorgoglisca il tuo cuore,
così da farti dimenticare quanto fatto dal Signore,
che ti ha fatto uscire dall'Egitto dov'eri schiavo,
per ricondurti alla terra, promessa al tuo avo;
che ti ha guidato nel deserto, grande e spaventoso,
tra serpenti e scorpioni e altro ancora, di velenoso;
che ti ha dato acqua dalla roccia durissima,
quando c'era aridità e solo sete grandissima;
che nel deserto ti ha nutrito con manna abbondante,
sconosciuta ai tuoi padri e a ogni altro viandante;
che ti ha provato durante gli anni della tribolazione,
per renderti felice e farti essere una grande nazione".





13^ TEMPO ORDINARIO (Mt 10, 37-42)

<<Chi ama il padre, la madre o la famiglia più di me,
non può seguirmi, perchè guarda sempre dietro sè.
Chi non prende la propria croce e non mi segue,
non è discepolo, e il mio esempio non persegue.
Chi vuole tenere per sè la propria vita, la perderà,
ma chi la perde per causa mia, quella vera troverà.
Chi accoglie voi, insieme accoglie me, realmente,
e chi accoglie me, accoglie chi mi manda veramente.
Chi accoglie un profeta, avrà la sua ricompensa,
e chi accoglie un giusto siederà alla stessa mensa.
E neppure perderà la giusta ricompensa da godere
chi darà ai più piccoli, anche solo un po' da bere.>>




14^ TEMPO ORDINARIO
(Mt 11, 25-30)

In quel tempo Gesù disse, rivolto a Dio che nessuno afferra:
<<Ti benedico o Padre, Signore del cielo e della terra,
che hai tenuto nascosto le tue cose ai sapienti
e le hai rivelati ai piccoli, semplici e innocenti.
Sì, o Padre, perchè così è piaciuto a te di fare,
e queste cose da sempre nascoste, ora rivelare.
Tutto mi è stato dato dal Padre mio che è nei cieli,
che nessuno conosce, se Lui stesso non si riveli.
E nessuno conosce il Figlio se non il Padre onnipotente,
così il Figlio conosce il Padre, e lo mostra fedelmente.
Venite a me voi tutti affaticati ed oppressi,
e io vi darò ristoro, fin nei posti più recessi.
Prendete il mio giogo su di voi, e da me imparate,
ad essere miti e umili di cuore, tutti aspirate.
Allora troverete ristoro per le vostre stesse anime,
perchè il mio giogo è dolce e il mio peso magnanime>>.





15^ TEMPO ORDINARIO (Mt 13, 1-23)

Un giorno Gesù uscì di casa, dov'era ospitato,
e si sedette in riva al mare, com'era ormai abituato.
Subito gli si radunò attorno una folla numerosa,
che di vederlo e incontrarlo era tutta desiderosa.
Allora salì su una barca e vi si sedette per parlare,
mentre la gente dalla spiaggia, stava lì ad ascoltare.
Disse: <<Il seminatore uscì nel campo a seminare,
spargendo a piene mani, senza stare a lesinare.
Una parte cadde in strada, dove tutti calpestavano,
finchè vennero gli uccelli e con gusto la divorarono.
Un'altra cadde tra i sassi, e in poca terra germogliò,
ma poi venne il sole e, senza radici, subito seccò.
Un'altra finì tra le spine, che tra di loro l'abbracciarono,
ma poi le spine crebbero e con violenza la soffocarono.
Un'altra parte cadde in terra buona e là diede frutto,
dove il 100, dove il 60, dove il 30, con bel costrutto.
Chi ha orecchi intenda, questo mio insegnamento,
fatto in parabole, per chi non ha conoscimento.
A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio,
ma non tutti entrano nei segreti del Padre mio.
Così a chi ha, sarà dato, e sarà nell'abbondanza,
invece a chi manca, sarà tolta, la sua poca sostanza.
Per questo parlo in parabole e semplici storie,
perchè non comprendono ciò che è nelle memorie,
guardano e non vedono, come in una profezia,
odono e non sentono, come ha detto Isaia:
"Verrà il giorno in cui voi udrete e guarderete,
ma come sordi e ciechi, nulla di nuovo saprete.
Perchè il cuore del popolo si sarà molto indurito,
e non potrà essere sanato, nè subito convertito.
Allora anche gli orecchi non vorranno ascoltare,
nè gli occhi vedere, ciò che Dio sta per rivelare".
Ma beati i vostri occhi, perchè vedono veramente,
e i vostri orecchi che sentono, e odono fedelmente.
In verità vi dico che molti lo hanno desiderato,
profeti e giusti, con tutto il cuore, lo hanno cercato,
ma nessuno vide ciò che voi ora riuscite a vedere,
e nessuno ascoltò le cose che ora venite a sapere.
Voi dunque intendete la parabola del seminatore,
dove il seme è la Parola, seminata in ogni cuore:
chi ascolta e non comprende è il seme sulla strada,
e quando arriva il male, tutto gli ruba e degrada.
Il seme caduto tra i sassi è invece l'uomo incostante,
che subito si entusiasma, davanti al bene eccitante,
ma poi, per la Parola, può esserci fatica o sofferenza,
e lui ne resta scandalizzato, preferisce l'indifferenza.
Il seme tra le spine è l'uomo che ascolta e medita,
ma quando pensieri e ricchezze del mondo eredita,
queste soffocano la Parola coprendola del tutto,
così che non riesce a portare alcun frutto.
Il seme tra la terra è l'uomo che ascolta e capisce
il senso della Parola, lui la vive e quindi agisce:
alla fine porta frutto, ora il 100, ora il 60, ora il 30,
e quel frutto nuovo seme, a sua volta diventa>>.




16^ TEMPO ORDINARIO (Mt 13, 24-33)

Un'altra parabola Gesù raccontò agli ascoltatori,
parlando del regno di Dio e dei suoi imitatori:
"Il regno dei cieli è come un uomo che ha seminato,
del buon grano nel suo campo, tutto bello e ordinato.
Ma un nemico venne di notte, quando tutti dormivano,
a seminare zizzania, tra i germogli che già apparivano.
Arrivata la fioritura, la zizzania fu ben evidente,
e gli operai volevano strappare quella pianta scadente.
Neppure si capacitavano dove venisse quella bruttura,
visto che il seme era tutto di bella e ottima natura.
Il padrone spiegò che era opera di un nemico,
operare per distruggere quanto è bello e amico.
Ma non andava tagliata la zizzania ancora acerba,
per non strappare insieme, anche grano e buona erba.
Sarebbero cresciuti insieme, fino alla mietitura,
ciascuno accanto all'altra, secondo la propria natura.
Poi al tempo del raccolto il padrone avrebbe mandato
i servi per raccogliere i frutti di quel prato.
E allora la zizzania sarebbe stata legata,
in fasci e mazzetti, per essere bruciata.
Invece il grano buono, prezioso come oro,
sarebbe stato posto, come un gran capolavoro.
Il regno dei cieli si può anche paragonare
a un granello di senapa, che uno va a seminare:
appena messo a terra è il più piccolo dei semi,
ma quando è cresciuto, non è albero che tremi,
tanto è grande, possente, con rami forti e spessi,
che gli uccelli vi si fermano, per vivere nei suoi pressi.
E il regno dei cieli si può anche paragonare
al lievito che una donna, nella farina va a impastare,
ne basta appena un pizzico per fare poi fermentare
tre cestoni di pane e una gran famiglia sfamare".





17^ TEMPO ORDINARIO (Mt 13, 44-52)

"Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto,
appena uno lo trova, subito lo rimette in quel posto,
poi pieno di gioia, vende tutto il suo avere,
per comprare il tesoro, nascosto in quel podere.
Il regno dei cieli è anche simile a un mercante
che va in cerca di ogni perla, preziosa e luccicante:
trovara una perla rara, di valore inestimabile,
vende ogni altra cosa, per avere quella inimitabile.
E il regno dei cieli è come una rete gettata nel mare:
dentro l'acqua a lungo resta, molti pesci può pescare.
Quando è piena, la tirano a riva i pescatori,
poi sedutisi a terra, diventano attenti raccoglitori:
i pesci buoni vengono raccolti nei canestri,
quelli cattivi sono buttati, senza dubbi nè estri.
Così sarà alla fine del mondo, quando è stabilito,
con gli angeli che verranno, a fare quanto vi addito:
separeranno gli uomini buoni da quelli cattivi,
per dare a ciascuno di loro, i posti rispettivi;
e i malvagi saranno allora in un forno ardente,
con lacrime, pianto continuo e gran rabbia stridente.
Avete capito queste cose che vi ho raccontato?
Allora non siate più come un uomo addormentato.
Ognuno che comprende ed è discepolo del regno,
come un ricco padrone, ha pensiero e ingegno,
e dal tesoro che possiede, in casa o altrove,
estrae molte ricchezze, sia antiche che nuove".





18^ TEMPO ORDINARIO
(Mt 14, 13-21)

Salito su una barca e ritiratosi lungo il mare,
in un luogo deserto, Gesù stava a riposare.
Ma la gente, saputolo, lo raggiunse anche là,
seguendolo a piedi in molti, fin dalle loro città.
Quando scese dalla barca vide una gran folla,
di famiglie e disperati, chi ben saldo e chi barcolla,
Allora sentì compassione per tutta quell'umanità,
e guarì molti malati, ridando loro salute e dignità.
Sul fare della sera, i discepoli si accostarono,
e di un problema, a Gesù, alcuni gli parlarono:
"Il luogo è deserto e l'ora piuttosto tarda,
congeda la folla, che altrimenti qui si attarda;
così potrà andare in paesi e villaggi vicini,
a comprarsi da mangiare e sfamare i bambini".
Ma Gesù gli rispose: "Date voi stessi da mangiare,
e lasciateli qui con me, ancora un po' a riposare".
Allora gli dissero di avere solo 2 pesci e 5 pani,
un niente per quella folla di oltre diecimila mani.
Ma Gesù ordinò alla gente di sedersi su quell'erba,
era l'occasione per un gran dono che lui riserba:
prese i pani e pesci e pronunciò la benedizione,
poi spezzò i pani, mentre stavano in aspettazione.
Allora li diede ai discepoli perchè li distribuissero,
e quelli lo fecero con tutti, senza che diminuissero.
Alla fine tutti mangiarono e furono sazi pienamente,
avanzarono anche 12 ceste di pezzi raccolti umilmente.
E quelli che avevano mangiato erano circa 5000 uomini,
senza contare donne, bambini e altri che non si nomini.





19^ TEMPO ORDINARIO (Mt 14, 22-33)

Dopo il miracolo del pane, Gesù congedò la gente,
e salì sul monte a pregare, da solo come alla sorgente.
Intanto i discepoli erano sulla barca in mezzo al mare,
perchè all'altra sponda, gli aveva detto di approdare.
Venuta la sera sul lago, lui era ancora lassù a pregare,
e intanto il vento contrario, faceva la barca agitare.
Alla fine della notte andò da loro camminando sul mare,
ma credendolo un fantasma, cominciarono a gridare.
Allora Gesù disse: "Sono io, non abbiate paura!"
e Pietro di una prova straordinaria allora lo scongiura:
"Signore, ordina che anch'io venga da te sul mare"
e Gesù dicendo "Vieni!", lo va subito a confermare.
Pietro, sceso dalla barca, sull'acqua iniziò a camminare,
andando verso Gesù, che lo stava ad aspettare.
Ma la violenza del vento gli fece venire una gran paura
e lui cominciò ad affondare, in quell'acqua tanto scura.
Allora, vedendosi perso, lanciò un grido di terrore,
urlando verso il suo Maestro: "Salvami, Signore!".
E subito Gesù, stendendo la mano, lo afferrò,
dicendo: "Uomo di poca fede, perchè il cuore dubitò?"
Appena saliti sulla barca, il vento subito si calmò,
e anche questo prodigio, gli apostoli meravigliò.
Tutti sulla barca gli si prostrarono davanti turbati,
"Tu sei proprio il Figlio di Dio", gli dissero accorati.




20^ TEMPO ORDINARIO
(Mt 15, 21-28)

Partito dal lago di Tiberiade, Gesù andò in Fenicia,
verso Tiro e Sidone, che i confini di Galilea incornicia.
Ed ecco una donna cananea fermarlo lungo la strada,
gridando una preghiera sentita in mezza contrada:
"Pietà di me, Signore, Figlio del grande Re fedele,
mia figlia è nei tormenti di un demonio assai crudele".
Ma Gesù, avanzando, non le rivolse neppure una parola,
così che sono i discepoli a chiedergli un gesto che consola:
"Esaudiscila, vedi come ci grida dietro il suo lamento",
ma egli rispose: "Prima ad Israele, devo dare salvamento".
Ma quella si avvicinò e gli si prostrò davanti decisa:
"Signore, aiutami", gli disse con calma e forza improvvisa.
Gesù rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli diletti,
per sfamare i cagnolini, anche se buoni e prediletti".
"E' vero, Signore", disse la donna comunque fiduciosa,
"ma anche quelli raccolgono le briciole di una tavola copiosa".
Allora Gesù le disse: "Donna, davvero grande è la tua fede!
Ti sia fatto come il tuo cuore desidera e chiede".
E da quell'istante sua figlia lontana fu guarita del tutto,
lo capì la sua fede e il suo cuore di madre, soprattutto.





21^ TEMPO ORDINARIO (Mt 16, 13-20)

Giunto Gesù nella regione di Cesarea di Filippo,
fece ai suoi discepoli una domanda sul proprio spicco:
"La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?"
Allora risposero: "Un profeta, non solo un galantuomo,
secondo alcuni Giovanni Battista o addirittura Elia,
secondo altri un messaggero di Dio, magari Geremia".
Allora disse: "E voi, chi dite che io sia veramente?"
Rispose Simon Pietro: "Il Cristo, il Figlio del Dio vivente".
E Gesù, parlando all'apostolo che tra i primi aveva chiamato,
disse: "Beato te, figlio di Giona, perchè non te lo ha svelato
nè la carne, nè il sangue, nè intelletto che si riveli,
ma al tuo cuore di uomo, il Padre mio che è nei cieli.
E io ti dico: tu sei Pietro e su di te costruirò la mia chiesa,
e le porte degli inferi non prevarranno, sarà sempre difesa.
A te darò le chiavi che aprono il regno celeste,
e ogni cosa sarà in cielo, come in terra voleste;
sarà legato nei cieli ciò che in terra legherai
e sarà sciolto in cielo ciò che in terra scioglierai".
Allora disse ai discepoli di non rivelare che era il Cristo,
non essendo giunto il tempo, che per quello era previsto.




22^ TEMPO ORDINARIO
(Mt 16, 21-27)

Da quel momento, Gesù cominciò a parlare apertamente,
dicendo ai discepoli ciò che da tempo aveva in mente:
che doveva andare a Gerusalemme, e molto presto,
dove avrebbe conosciuto opposizione, violenza e arresto;
a causa di scribi e sacerdoti avrebbe dovuto molto soffrire,
gli anziani l'avrebbero condannato, facendolo morire.
Ma dopo questi eventi, avvenuta la sua uccisione,
il terzo giorno nel sepolcro avrebbe visto la resurrezione.
Ma Pietro lo prese in disparte e dolcemente lo rimproverò:
"Dio te ne scampi, Signore; non accadrà, finchè io ci sarò".
Ma egli, voltatosi, disse a Pietro: "Satana, va' dietro a me!
Tu mi sei di scandalo, non pensi come Dio e come me;
tu pensi secondo gli uomini e la gloria del mondo,
ma per venire dietro me devi rinnegarti nel profondo".
Poi disse ai discepoli: "Se qualcuno mi vuole seguire,
rinneghi sè stesso e con la sua croce potrà venire.
Perchè chi vorrà salvare la propria vita, la perderà;
ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Quale vantaggio ha l'uomo se guadagna il mondo intero,
ma poi perde l'anima, preziosissima davvero?
O che cosa potrà dare l'uomo per la sua anima,
arrivato il momento in cui Dio lo chiama ed esamina?
Perchè il Figlio dell'uomo verrà un giorno nella gloria,
con angeli e santi a giudicare del mondo la storia
e renderà a ciascun uomo secondo le sue azioni,
dove prima c'era diritto e forza delle nazioni".






23^ TEMPO ORDINARIO (Mt 18, 15-20)

"Se tuo fratello commette una colpa, ammoniscilo,
prendilo da solo in disparte e, se ti ascolta, benedicilo.
Se invece non ti ascolta, parlagli con alcune persone,
così da risolvere ogni cosa con chi fa da testimone.
Se poi non ascolta neppure questi altri saggi uomini,
dillo all'assemblea, chè la questione esamini e domini.
E se non ascolta neanche le parole della comunità,
sia per te come un pagano o un peccatore, in verità.
Perchè tutto quello che sulla terra legherete tra voi,
anche in cielo sarà legato e durerà, per sempre poi.
Invece quello che sulla terra scioglierete e risolverete,
sarà sciolto e risolto anche in cielo, quando verrete.
In verità, vi dico: se 2 o 3 sulla terra si accorderanno,
e, uniti, una buona cosa al Padre mio chiederanno,
il Padre concederà qualunque cosa chiesta da costoro,
perchè con 2 o 3 uniti nel mio nome, io sono tra loro".





24^ TEMPO ORDINARIO
(Mt 18, 21-35)

Pietro si avvicinò un giorno a Gesù e gli chiese:
<<Signore, quante volte devo perdonare le offese
che il mio fratello, peccando, ha fatto contro di me?
Fino a 7 volte, come il numero perfetto, cioè?>>
E Gesù gli rispose: <<Non 7 volte solamente,
ma 70 volte 7, per perdonare giustamente.
A proposito, il regno dei cieli è come un sovrano,
che volle fare i conti con i suoi servi, non è strano.
Incominciati i conti, c'era uno che era debitore
di 10.000 talenti, un tesoro da grande imperatore.
Non avendo il denaro da restituire, ovviamente,
il padrone voleva venderlo, per rifarsi parzialmente.
Insieme a lui poteva vendere anche moglie e figli
e la legge lo prevedeva, non c'era difesa o appigli.
Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicò:
"Signore, abbi pazienza, e ogni cosa ti renderò".
Il padrone, impietositosi del servo, allora lo graziò
e lasciatolo andare, il suo enorme debito condonò.
Ma appena uscito, quell'uomo trovò un altro servitore,
verso il quale, di soli 100 denari, lui era creditore.
Non era una grossa cifra, solo qualche mese di paga,
di un povero bracciante, che in qualche modo si ripaga.
Ma quell'uomo, rabbioso, lo stava quasi per soffocare:
"Paga quel che mi devi", continuava ad urlare.
Il compagno, gettatosi a terra, lo supplicava e diceva:
"Amico, abbi pazienza, finchè la paga io riceva".
Ma egli non volle esaudirlo e lo fece gettare in prigione,
finchè del suo credito non avesse avuto restituzione.
Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati
e al padrone riferirono, di quell'uomo i gesti deplorati.
Allora il padrone lo fece chiamare e gli disse:
"Servo malvagio, la tua cattiveria mi afflisse.
Io ti ho liberato del debito perchè mi hai pregato,
invece tu, con l'altro servo, sei stato solo spietato.
Non dovevi avere anche tu pietà del tuo compagno,
come l'ho avuta con te, senza guardare al guadagno?"
E sdegnato, il padrone lo consegnò ai carcerieri,
finchè non gli avesse restituito tutti i suoi averi.
Così anche il Padre mio celeste farà a ciascuno,
se non perdonerete, e di cuore, ad ognuno>>.






25^ TEMPO ORDINARIO (Mt 20, 1-16)

<<Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa,
che esce all'alba, in cerca di operai, e poi rincasa.
Accordatosi con alcuni per un denaro al giorno,
li mandò a lavorare nella vigna che aveva attorno.
Uscito ancora più tardi, verso le 9 del mattino,
ne vide altri disoccupati sulla piazza del paesino.
Disse anche a loro: "Andate nella vigna a lavorare,
e quello che è giusto, io vi andrò poi a pagare".
Quelli vi andarono e lo stesso fece ancora con altri,
quando uscì di nuovo, a mezzogiorno e più avanti.
Uscito un'altra volta, verso le 5, sul far della sera,
chiese ad altri là fermi: "Perchè oziate fino a stasera?"
Gli risposero: "Perchè nessuno ci ha presi a giornata".
E disse loro: "Andate nella mia vigna, che va lavorata".
Quando fu sera il padrone del podere disse al fattore:
"Paga tutti gli operai, dall'ultimo al primo lavoratore".
Venuti quelli delle 5 del pomeriggio, ebbero un denaro,
così lo stesso i primi, ma ritennero il padrone un avaro.
Dicevano infatti: "Non è giusto avere la stessa paga
di chi lavora solo un'ora, e per il resto in giro vaga".
Perchè noi sopportammo caldo e fatica del giorno intero
e chi ha lavorato meno, ha ricevuto lo stesso, davvero".
Ma il padrone, sentito, rispose a uno di loro dicendo:
"Amico, io non ti faccio torto, come tu vai credendo.
Non abbiamo stabilito il lavoro per un denaro al giorno?
Questo ti ho dato e a casa tua puoi fare quindi ritorno;
ma io voglio dare anche agli altri come a te, per vivere.
Non posso fare delle mie cose come voglio, e decidere?
Oppure tu sei invidioso perchè io sono buono con tutti,
dò ad ognuno ciò che serve, non secondo i suoi frutti?"
Così per Dio i primi saranno gli ultimi e gli ultimi, i primi,
non è questo un mistero, vale per semplici ed esimi>>.




26^ TEMPO ORDINARIO
(Mt 21, 28-32)

Disse Gesù ad anziani del popolo e capi dei sacerdoti,
per far pensare tutti quelli che si credevano devoti:
"Un uomo aveva due figli in età di capire ed aiutare.
Così disse al primo: Figlio, va' nella vigna a lavorare.
Egli rispose: Si, signore, ci vado immediatamente;
ma poi non andò, nè subito, nè tardi, veramente.
Rivolto al secondo, il padre gli disse lo stesso,
però quello rispose: Non ne ho voglia, adesso.
Ma poi, pentito, prese la zappa e andò nella vigna
a dissodare, sfrondare tralci e togliere gramigna.
Chi dei due figli ha fatto la volontà del genitore?"
"Il secondo", risposero tutti, come un solo ascoltatore.
E Gesù disse loro: "In verità vi dico che allo stesso modo
pubblicani e prostitute vi precedono, qui e in cielo oltremodo.
Perchè è venuto Giovanni nella via della giustizia
e non gli avete creduto, l'avete ascoltato con malizia.
I pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto
e sulla via della salvezza vi hanno preceduto.
Voi, al contrario, avete visto le stesse cose di loro,
ma non vi siete nè pentiti, nè ricreduti come costoro".





27^ TEMPO ORDINARIO (Mt 21, 33-43)

"Ascoltate una parabola, che parla ancora di un padrone,
che piantò una bella vigna, e per proteggerla dal ladrone,
la circondò con una siepe e costruì una torre di vedetta,
scavò un frantoio e l'affidò a vignaioli, chè fosse protetta.
Poi il padrone si allontanò e al tempo previsto dei frutti
mandò i servitori a prenderli, che fossero belli o brutti.
Ma i vignaioli presero i servi e tutti li maltrattarono,
uno lo ferirono, uno lo uccisero, l'altro lo lapidarono.
Di nuovo mandò altri servi, più numerosi dei primi,
e pure quelli li trattarono come nemici che non si stimi.
Da ultimo mandò il proprio figlio primogenito e diletto,
dicendo: "Di mio figlio avranno pur sempre rispetto".
Ma quei vignaioli, visto il figlio del padrone arrivare da loro,
dissero: "E' l'erede, uccidiamolo, ci resterà il suo tesoro".
E presolo, lo cacciarono fuori e lo uccisero in strada,
poi della vigna fecero quel che più a loro gli aggrada.
Quando dunque verrà il padrone, cosa farà a loro?"
Gli risposero: "Farà morire quei malvagi senza decoro.
E darà la vigna ad altri vignaioli, certamente più degni,
che gli consegneranno i frutti della vigna e i loro ingegni".
E Gesù disse loro: "Non avete mai letto nelle Scritture
queste parole annunciate un tempo a memorie future:
La pietra che i costruttori hanno scartato come inutile,
è diventata testata d'angolo, regge ogni altra grande e utile;
dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile veramente,
i nostri occhi l'hanno visto e contemplato mirabilmente.
Perciò io vi dico, in verità: sarà tolto a voi il regno di Dio
e dato a un altro popolo, che fruttifichi come vuole Iddio".




28^ TEMPO ORDINARIO
(Mt 22, 1-14)

Gesù riprese a parlare in parabole e disse:
"Il regno dei cieli è simile a un re che imbandisse
un banchetto di nozze per suo figlio e i festeggiati,
poi manda i suoi servi a chiamare tutti gli invitati.
Ma questi ignorarono la chiamata del grande re,
non vollero andare, pensavano soltanto a sè.
Di nuovo il re mandò altri servitori a dire loro:
"Ho preparato il pranzo, pronto con gran decoro:
sono stati macellati buoi e carni rosso vermiglio,
venite, siete tutti invitati alle nozze di mio figlio".
Ma costoro non se ne curarono neanche un poco
e andarono chi al lavoro, chi agli affari o in altro loco.
Altri presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero,
così che lealtà e giustizia calpestarono e derisero.
Allora il re si indignò della loro stolta crudeltà
e mandò l'esercito a ucciderli, bruciandone la città.
Poi disse ai suoi servi: "Il banchetto nuziale è pronto,
ma gli invitati non ne erano degni, come vi racconto;
andate ora e chi troverete agli incroci delle strade,
chiamatelo alle nozze, girando tutte le contrade".
Usciti nelle strade, i servi raccolsero quanti trovarono,
buoni e cattivi, la sala si riempì con quanti arrivarono.
Il re allora entrò per vedere ogni nuovo commensale
e vide un tale che non indossava l'abito nuziale.
Gli disse: "Amico, perchè sei entrato così vestito?
E quello, non sapendo cosa dire, restò lì ammutolito.
Allora il re ordinò ai suoi servitori che erano lì:
"Legatelo mani e piedi e cacciatelo fuori da qui.
Gettatelo nelle tenebre, insieme ai mali evidenti,
là ci sarà pianto e continuo stridore di denti".
Perchè molti sono chiamati, ma pochi eletti alla fine,
tenetelo ben presente, come una regola sopraffine".






29^ TEMPO ORDINARIO
(Mt 22, 15-22)

I farisei, stando in disparte, tennero consiglio per opporsi
a quanto diceva Gesù, che li criticava nei suoi discorsi.
Volendo coglierlo in fallo, mandarono alcuni discepoli,
a interrogarlo, sperando che la sua fama si screpoli.
Gli dissero: "Maestro, sappiamo che sei veritiero
e insegni la via di Dio seguendo il giusto pensiero,
e inoltre non hai soggezione o paura di nessuno,
perchè non guardi in faccia, nè ti pieghi ad alcuno.
Dicci dunque il tuo parere di sapiente predicatore:
è lecito o no pagare il tributo a Cesare imperatore?"
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia e falsità,
rispose: "Ipocriti, perchè mi tentate con disonestà?
Mostratemi la moneta del tributo da pagare".
E gli presentarono il soldo che Roma usa coniare.
Egli domandò: "Di chi è l'immagine e l'iscrizione?"
"Di Cesare", rispose la gente, con piena cognizione.
"Allora rendete a Cesare quel che da Cesare viene
e a Dio quel che a Dio piace e appartiene".
All'udir ciò rimasero stupiti e senza dire niente,
lo lasciarono e se ne tornarono al loro ambiente.





30^ TEMPO ORDINARIO (Mt 22, 34-40)

Saputo che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei,
si riunirono insieme, per interrogarlo, anche i farisei.
Uno di loro gli chiese allora, per metterlo alla prova:
"Qual'è il più grande comando che nella Legge si trova?"
Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore,
con tutta l'anima e la mente, ci metterai amore.
Questo è il più grande e primo dei comandamenti,
ma il secondo è simile a questo, per forza e sentimenti:
Amerai il prossimo tuo come te stesso o anche più;
da questi comandi vengono Legge, e Profeti per di più".





31^ TEMPO ORDINARIO (Mt 23, 1-12)

Allora Gesù disse ai discepoli e a tutta la folla:
"Scribi e farisei, la cattedra di Mosè controlla.
Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo con cura,
ma non fate secondo le loro opere, senza paura;
perchè dicono e non fanno il bene promesso,
pensano molto di più a ricchezza e successo.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati,
mettono anche belle vesti per essere poi guardati.
Amano i posti d'onore in assemblee e conviti,
i primi posti nelle feste, oltre che saluti ed inviti.
Amano anche sentirsi chiamare dalla gente "rabbì",
ma voi non fate lo stesso, non fatevi chiamare così;
perchè uno solo è il maestro e voi siete fratelli,
allora parlate tra voi come in famiglia fanno quelli.
E non chiamate nessuno "padre" su questa terra,
perchè uno solo è il Padre vostro, che il cielo serra.
Non vi chiamino "maestri", come aveste tutto visto,
perchè uno solo è il vostro Maestro, l'unico Cristo.
Il più grande tra voi sia il vostro umile servitore;
chi si innalza, sarà abbassato come un peccatore.
Chi invece si abbassa, sarà innalzato grandemente,
avrà in premio l'onore di chi opera fedelmente.




32^ TEMPO ORDINARIO (Mt 25, 1-13)

Il regno dei cieli è come 10 vergini che aspettavano
l'arrivo dello sposo, e intanto tutte insieme vigilavano.
ma 5 erano stolte e presero con loro solo le lanterne,
altre 5 erano sagge e uscirono con olio e anche lucerne.
Poichè lo sposo tardava, tutte quante si addormentarono,
ma al grido "Ecco lo sposo", in gran fretta si risvegliarono.
E siccome era mezzanotte, servivano le lampade accese,
ma erano senza luce le ragazze che l'olio non prese.
Allora le giovani stolte, rivolte alle altre pretendono:
"Dateci del vostro olio, per le lampade che si spengono".
Ma le giovani sagge rispondono prudentemente:
"Allora verrebbe a mancare a tutte sicuramente;
andate piuttosto a comprare dell'olio dai venditori,
così avrete buona scorta, per le tenebre là fuori".
Ora, mentre quelle andavano a cercare l'olio che serviva,
arrivò lo sposo a festeggiare, con la gente in aspettativa.
Le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze,
poi il portone fu chiuso, fuori estranei e carrozze.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini stolte,
vedendosi chiuse fuori, bussarono e dissero stravolte:
"Signore, signore, aprici così entriamo anche noi",
ma egli rispose: "In verità, non conosco chi siete voi".
Vegliate, dunque, perchè non sapete nè giorno nè ora
di quando arriverà lo sposo, per entrare nella sua dimora.





33^ TEMPO ORDINARIO (Mt 25, 14-30)

Avverrà come di un uomo che partendo per un viaggio,
chiamò i suoi servi e diede loro, come grande vantaggio,
i suoi beni da gestire in completa autonomia e libertà,
a chi 5 talenti, a chi 2 o 1, secondo le loro capacità.
Poi colui che aveva ricevuto 5 talenti dal suo padrone,
andò ad impiegarli e ne ottenne altri 5, in conclusione.
Così anche quello che ne aveva ricevuto 2 soltanto,
li trafficò con cura e ne ottenne di guadagno altrettanto.
Colui invece che aveva ricevuto dal padrone un talento,
fece una buca nel terreno e lo nascose con spavento.
Dopo molto tempo il padrone da quei servi ritornò
e per regolare i conti con loro, a uno a uno li chiamò.
Colui che aveva avuto 5 talenti, con altri 5 si presentò
e per quanto aveva fatto, il suo padrone lo lodò:
"Servo buono e fedele col poco che ti ho dato,
prendi parte alla mia gioia e molto ti sarà affidato".
Presentatosi anche quello che aveva avuto 2 talenti,
disse: "Signore, ne ho guadagnati altre 2 con proventi".
Allora il padrone rispose anche a lui nello stesso modo:
"Servo buono e fedele, hai fatto bene e ne godo;
sei stato fedele nel poco e avrai autorità su molto,
prendi parte alla mia gioia, per quanto hai svolto".
Venuto infine quello che aveva ricevuto un talento,
disse: "Signore, so che sei duro e molto attento,
raccogli senza spargere e mieti senza seminare,
perciò per paura il talento io andai a sotterrare;
ecco ora ti restituisco il talento che mi hai dato,
non l'ho trafficato, ma neanche per sbaglio dilapidato".
Il padrone gli rispose: "Servo malvagio e lazzarone,
sapevi che raccolgo il frutto come ogni padrone;
avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri,
così avrei avuto almeno l'interesse nei forzieri.
Toglieteli dunque il talento e datelo a chi ne ha dieci,
così già si realizza la promessa che all'inizio gli feci.
Perchè a chi ha, sarà dato e sarà nell'abbondanza,
ma a chi non ha, sarà tolto e sarà piena la mancanza.
E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre,
dove è rabbia e pianto, anche per chi è celebre".




CRISTO RE (Mt 25, 31-46)

Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria
con tutti i suoi angeli, e sarà la fine della storia,
saranno riunite davanti a lui tutte le nazioni e genti,
piccoli e grandi, poveri e ricchi, popoli e reggenti.
Allora separerà gli uni dagli altri, da buon conoscitore,
come distingue le pecore dai capri, ogni bravo pastore;
porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sua sinistra,
come il padre distingue il figlio da chi invece amministra.
Allora il re dirà a quelli che ha posto alla sua destra:
"Venite, benedetti dal padre mio, fedeli alla via maestra,
ricevete in eredità il regno, che per voi è preparato
fin dalla fondazione del mondo, e ora vi sarà dato.
Perchè avevo fame e mi avete allora sfamato,
avevo sete e mi avete visto e bene dissetato,
ero nudo e forestiero e mi avete vestito e ospitato,
malato e in carcere e mi avete assistito e visitato".
Allora i giusti gli risponderanno, con semplice rispetto:
"Signore, quando ti abbiamo visto come hai detto,
affamato, assetato e ti abbiamo dato mangiare e bere,
malato o in carcere e siamo venuti a trovarti e vedere?
Quando ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo ospitato,
oppure nudo ed un vestito dignitoso ti abbiamo dato?"
Rispondendo alla domanda, il re dirà allora a quelli:
"In verità vi dico: voi l'avete fatto ai miei fratelli;
e ogni volta che avete fatto queste cose buone
a uno dei miei fratelli più piccoli, per compassione,
in verità vi dico: l'avete fatto proprio come a me,
anche se non avete visto che lui era come un re".
Poi dirà a quelli alla sua sinistra, posti all'esterno:
"Via da me, maledetti, andate nel fuoco eterno,
preparato da sempre per questo giorno di giudizio,
per il diavolo e i suoi angeli caduti nel loro precipizio.
Perchè avevo fame e non mi avete dato da mangiare,
avevo sete e non mi avete fatto un po' dissetare,
ero nudo e forestiero e non mi avete vestito e ospitato,
malato e in carcere e non mi avete visto nè visitato".
Anch'essi allora risponderanno alla stessa maniera:
"Signore, quando mai non abbiamo udito la tua preghiera,
e ti abbiamo visto affamato, assetato, forestiero o svestito,
malato o in carcere e non ti abbiamo aiutato nè assistito?"
Ma Egli risponderà loro: "In verità vi dico ancora,
queste cose non avete fatto in vita vostra e allora
ogni volta che non avete fatto queste cose buone in sè
a uno dei miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me".
E se ne andranno allora, questi al supplizio eterno,
e i giusti alla pienezza di vita, nell'amore fraterno.


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